
L’indagine era stata diretta dal pm Antonio Mariotti che l’aveva affidata alla Guardia di finanza di Lucca
Un anno di reclusione per bancarotta. Questa la pena patteggiata ieri davanti al gup Trinci da Romano Ercolini, 80 anni, già amministratore della “Er.Ba. market“, società di Porcari fallita nel 2019 che operava nel commercio delle calzature. A giudizio la figlia Lara, con una posizione molto più marginale. L’imprenditore aveva già risarcito un milione di euro.
L’indagine era stata diretta dal pm Antonio Mariotti che l’aveva affidata alla Guardia di finanza. La complessa attività condotta dagli specialisti del Nucleo PEF di Lucca era nata dal devastante e sospetto incendio che aveva distrutto il 27 dicembre 2017 l’azienda di Porcari, specializzata, principalmente, nella grande distribuzione con il marchio “Rox“. Ercolini aveva patteggiato un anno e 9 mesi per incendio colposo, con pena sospesa, con contestuale richiesta di fallimento della società.
A conclusione dei riscontri documentali e dei rilevamenti, eseguiti anche attraverso la perizia di un consulente tecnico nominato dal pm Mariotti, era stato accertato che la società, già da diversi anni, navigava in cattive acque e che l’amministratore aveva omesso di comunicare lo stato di dissesto, aggravandone l’entità. Le scritture contabili erano state tenute irregolarmente, in modo da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio e il movimento degli affari, omettendo di fornire puntuali indicazione delle merci in rimanenza al 31 dicembre di ogni esercizio. Per la Finanza risultavano depositati bilanci inattendibili con una serie di false rappresentazioni in bilancio finalizzate a fornire una artefatta solida rappresentazione economica e patrimoniale della società, per un totale di 11 milioni di euro, di fatto inesistente.
La tardiva comunicazione dello stato di dissesto, per gli inquirenti, consentiva all’amministratore di continuare a beneficiare dei compensi legati alla carica e di ottenere il pagamento di canoni di locazione dell’immobile ove la società operava, di proprietà di due società immobiliari riconducibili allo stesso, quantificati in circa un milione di euro. Intanto la compagnia che avrebbe dovuto risarcire i danni dell’incendio del dicembre 2017 ha negato il risarcimento alla società.