Lucca, 15 giugno 2025 – L’arcivescovo Paolo Giulietti, nel primo pomeriggio di ieri, è finalmente atterrato sano e salvo all’aeroporto di Fiumicino. Una storia a lieto fine, almeno per lui, dopo giorni di tensione e incertezza vissuti nel cuore della Terra Santa, scossa da nuovi – e violentissimi – venti di guerra. Il suo ritorno segna la conclusione di un pellegrinaggio che, fino all’ultimo, ha alternato spiritualità e spensieratezza a momenti drammatici e inattesi.

Giulietti è riuscito a partire ieri mattina con un volo civile da Amman, capitale della Giordania, assieme al vescovo di San Miniato, Giovanni Paccosi, al vescovo di Livorno, Simone Giusti, e a un laico della diocesi di Siena. Facevano tutti parte del gruppo dei vescovi toscani impegnati in un “pellegrinaggio di vicinanza e di solidarietà” in Terra Santa, iniziato lunedì scorso. “Il pellegrinaggio è stato molto bello e interessante, un’esperienza davvero unica – ha raccontato l’arcivescovo –. Abbiamo potuto fare anche tante visite alle realtà ecclesiastiche del luogo. La disavventura è arrivata nel momento del rientro, quando non hanno fatto partire il nostro volo”.

Fino alla notte tra giovedì 12 e venerdì 13 giugno, tutto si era infatti svolto in assoluta sicurezza e tranquillità, nel rispetto del programma stabilito e con intensi momenti di condivisione con le comunità locali, sia a Gerusalemme – dove i vescovi alloggiavano – sia a Betlemme. Poi l’attacco missilistico di Israele sull’Iran ha cambiato tutto: il volo di rientro previsto da Tel Aviv è stato cancellato, costringendo il gruppo a un improvviso trasferimento in Giordania, grazie all’aiuto dei francescani della Custodia di Terra Santa e della Nunziatura apostolica. Il supporto dell’Ambasciata Italiana è stato costante e continua ancora: parte del gruppo, tra cui il cardinale Augusto Paolo Lojudice, presidente della Conferenza episcopale toscana, si trova ancora ad Amman in attesa di un volo per rientrare in Italia.
“Sto bene – ha assicurato Giulietti –. Abbiamo udito le sirene, visto le scie dei missili, ma, senza togliere gravità alla situazione, non ci siamo mai sentiti in reale pericolo. Nelle prossime ore torneranno in Italia anche tutti gli altri vescovi”. “Si tratta di una situazione gravissima, con un’escalation di violenza sempre più forte e imprevedibile. Non si sa dove si andrà a finire – ha concluso – ed è questo proprio che mi preoccupa davvero”.
Giulia Prete