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Vescovi toscani in attesa di tornare in Italia, Lojudice: “Preghiamo, il futuro non è roseo”

Tre sono partiti: il vescovo di San Miniato Paccosi, l’arcivescovo di Lucca Giulietti e il vescovo di Livorno Giusti. Il cardinale Lojudice in attesa ad Amman: “Per il nostro pellegrinaggio stiamo vivendo un epilogo non atteso da nessuno”

Vescovi toscani in attesa di tornare in Italia, Lojudice: “Preghiamo, il futuro non è roseo”

Firenze, 14 giugno 2025 – Nella mattina di sabato 14 giugno i vescovi toscani, dopo l’inizio del conflitto tra Israele e Iran, risultano ancora ad Amman dove sono arrivati ieri da Gerusalemme. Lo ha spiegato a Radio Vaticana il cardinale Augusto Paolo Lojudice, presidente della Conferenza episcopale toscana. Solamente in tre della delegazione sono riusciti a salire su un volo della compagnia Royal Jordanian per Roma: il vescovo di San Miniato Giovanni Paccosi, l’arcivescovo di Lucca Paolo Giulietti e il vescovo di Livorno Simone Giusti. Insieme a loro c’è a bordo anche un laico della diocesi di Siena. Il volo dovrebbe arrivare a Roma nel primo pomeriggio. Per gli altri vescovi della Conferenza episcopale toscana, tra cui il cardinale Lojudice che la presiede, prosegue l’attesa di un volo disponibile. 

I vescovi della delegazione toscana bloccati in Medio Oriente
I vescovi della delegazione toscana bloccati in Medio Oriente

"Attendiamo la possibilità di un volo che ci riporti in Italia – ha dichiarato Lojudice –. Ieri mattina avevamo in programma la Messa al Santo Sepolcro, che ha concluso il nostro pellegrinaggio. Appena finita la celebrazione abbiamo deciso di muoversi verso l’aeroporto più vicino fuori da Israele, per questo siamo arrivati ad Amman con l’aiuto della Custodia di Terra Santa, della nunziatura apostolica, dell’ambasciata italiana. Adesso siamo qui, siamo più di 30 persone, appena sarà possibile rientreremo in Italia”. 

"Per il nostro pellegrinaggio stiamo vivendo un epilogo non atteso da nessuno – ha detto ancora Lojudice –. Siamo sempre in atteggiamento di preghiera, sembra che altro non si riesca a realizzare in questo momento da questa parte del mondo. Abbiamo il disagio di non essere potuti rientrati nei tempi stabiliti, ma siamo tranquilli, siamo stati accolti e guidati da tutte le persone e le istituzioni presenti sul territorio”. 

La situazione, ha evidenziato il cardinale, “vista da un punto di vista umano non offre speranza, la fede ci invita a dire ‘spes contra spem’, la pace è possibile nonostante tutte le assurdità che la mente umana mette in atto per distruggerla. Ci sono situazioni complesse che non riguardano solo due parti che si fronteggiano. Qui c’è qualcosa di più profondo, radicato, che viene dal passato e si proietta nel futuro. Un futuro che non è roseo, quello che sta accadendo avrà conseguenze che dureranno decenni.