
I vescovi della delegazione toscana bloccati in Medio Oriente
LUCCAErano partiti per un pellegrinaggio di pace in Terra Santa, là dove la pace, oggi, è sempre più un miraggio. Sono lunghe ore di apprensione quelle che scorrono nell’attesa di conoscere le sorti dei vescovi toscani, evacuati in fretta dalla città vecchia di Gerusalemme e rimasti bloccati in Medio Oriente dopo l’inizio dei bombardamenti da parte di Israele ai siti nucleari e ai vertici del comando militare dell’Iran.
Tra loro anche l’arcivescovo di Lucca Paolo Giulietti, che ha fatto sapere di star bene, anche se preoccupato per la nuova escalation del conflitto. "La situazione – ha detto monsignor Giulietti – fino a stamane (ieri per ci legge) era molto tranquilla e molto incoraggiante anche per quello che riguarda la possibilità di effettuare pellegrinaggi in questi posti che ne hanno estremamente bisogno". La delegazione, decollata dall’Italia lo scorso 8 giugno, sarebbe infatti dovuta rientrare in Italia ieri sera da Tel Aviv, ma il volo è stato cancellato e lo spazio aereo del Paese chiuso dopo il rapido precipitare della situazione. Il gruppo di sacerdoti e laici guidato dal cardinale e presidente della Conferenza episcopale italiana Augusto Paolo Lojudice, nella mattinata di ieri, è stato da subito accompagnato nella zona di Notre Dame della capitale, in attesa di un pullman che lo portasse, insieme agli altri, in Giordania.
Intorno alle 12, ora italiana, la delegazione è riuscita ad attraversare il confine ad Allenby, e a dirigersi verso Amman, dove è stata accolta in un albergo vicino al Terra Santa College, grazie anche all’aiuto della Custodia di Terra Santa. "Lasciare Gerusalemme in questo modo è stato doloroso – ha spiegato il commissario di Terra Santa per la Toscana frà Matteo Brena -, ma è anche un modo per comprendere la precarietà che vivono le persone che abitano questi territori. Un bagno di realtà che ci chiede di prendere posizione per la pace e ci invita a chiedere alla comunità internazionale di intervenire".
Posticipato il rientro, il gruppo è quindi rimasto in ‘custodia’ dei frati nella capitale Giordana, nell’attesa e nella speranza di riuscire a prendere il prima possibile un volo per tornare in Italia. "Stiamo tutti bene, attendiamo gli eventi", ha fatto sapere nel pomeriggio il cardinale Lojudice. Tutto era andato secondo i piani: l’arrivo a Gerusalemme, l’incontro con padre Francesco Patton, il rosario davanti al Muro di separazione di Betlemme, l’atteso confronto con il cardinale Pierbattista Pizzaballa, la visita all’Istituto musicale Magnificat, le preghiere per la pace. Nessun problema per gli spostamenti né per la sicurezza del gruppo.
Della delegazione che attende di fare rientro in Italia fanno parte anche i vescovi Gherardo Gambelli (Firenze), Stefano Manetti (Fiesole), Andrea Migliavacca (Arezzo), Giovanni Nerbini (Prato), Giovanni Paccosi (San Miniato), Saverio Cannistrà (Pisa), Bernardino Giordano (Grosseto e Pitigliano), Mario Vaccari (Massa Carrara - Pontremoli), Simone Giusti (Livorno), Roberto Filippini (emerito di Pescia).
Jessica Quilici