
Rebecca Pedrazzi esperta di arte e intelligenza artificiale
Che cos’è l’arte generata dall’intelligenza artificiale? Prima ancora di rispondere, occorre chiedersi che cos’è l’arte. Un interrogativo postosi dai filosofi come Aristotele, Kant, Nietzsche e Heidegger. L’opera d’arte è qualcosa che si crea, un innesto tra tradizione e innovazione.
Da questa domanda è partita la masterclass di Rebecca Pedrazzi, storica e critica d’arte, curatrice specializzata in AI art.
L’iAI art, invece, non nasce oggi. Le sue radici affondano negli anni Quaranta del Novecento, quando un matematico e un neurofisiologo creano un modello computazionale per reti neurali basato su matematica e algoritmi. Poi Alan Turing, nel 1950, si domandò se una macchina potesse interagire con l’uomo. Il suo test aprì ad un enorme cambiamento nella storia dell’arte e della tecnologia. Qualche anno dopo, nel 1956, John McCarthy diede un nome a questa nuova disciplina: "Artificial Intelligence".
Negli anni Sessanta i primi pionieri della computer art sperimentarono algoritmi come strumento creativo. Con il tempo, si scoprì che con il computer l’uomo ha trovato un nuovo strumento intellettuale che poteva generare nuove esperienze estetiche.
Oggi ogni medium tecnologico rappresenta per gli artisti un’opportunità creativa: dalla videoarte, alla net art degli anni Novanta, fino alla crypto art e agli Nft. Negli ultimi vent’anni, la digitalizzazione e la disponibilità di dataset hanno permesso alle macchine di apprendere e creare una infinità di immagini e nuove opportunità creative.
Artisti come Refik Anadol trasformano milioni di fotografie in installazioni immersive che raccontano città e sogni. Sougwen Chung crea robot pittori con cui interagire. Mauro Martino esplora con linguaggio scientifico le possibilità di creare estetiche dai dati. Come Andrea Crespi ricorda: "L’arte non è questione di strumenti, ma di visione".
Quando nel 1966 fu creato il primo chatbot ancora primitivo, le persone iniziarono ad utilizzarlo a livello personale e da lì si capì come stavamo superando il nostro limite con la macchina.
Dunque, qual è il rapporto uomo-macchina? Quale la potenzialità di questo strumento? L’AI è uno strumento, non un autore. L’arte creata con l’AI è esperienza e dialogo tra l’uomo e la macchina. Ciò che conta è la visione che l’opera creativa dà a chi la guarda.
L’invito e la sfida in questa era dell’intelligenza artificiale, da parte di Rebecca Pedrazzi, è quella di usare consapevolmente questi strumenti. Non delegare diminuendo le nostre capacità intellettive, ma sperimentare, facendo ricerca di nuove fonti e dati da cui partire.
Alice Pietri