LAURA SARTINI
Cronaca

La cardiologia del futuro. Impiantato al San Luca il primo pacemaker bicamerale senza fili

La tecnica innovativa sperimentata dall’équipe del dottor Bovenzi. L’intervento eseguito su un paziente con gravi disturbi del ritmo cardiaco.

Impiantato con successo nel laboratorio di Cardio-stimolazione dell’ospedale “San Luca” di Lucca il primo pacemaker bicamerale senza fili, una rivoluzione tecnologica nel campo dell’aritmologia fattibile oggi in pochi ospedali italiani, ma in futuro certamente disponibile per un numero crescente di pazienti. La Cardiologia del San Luca si conferma un importante riferimento regionale nell’ambito dell’impiantistica di dispositivi cardiaci, come testimoniano i suoi oltre 300 impianti all’anno.

“La Cardiologia di Lucca - evidenzia il direttore della struttura del “San Luca” Francesco Bovenzi (nella foto) - da oltre venti anni è all’avanguardia nell’innovazione, nella ricerca, nella formazione e applicazione di buone pratiche cliniche, non ultimo nella spasmodica umanizzazione dell’assistenza. In questi giorni ci è stato riferito dall’ospedale Santa Croce di Castelnuovo di Garfagnana di un paziente complesso con gravi disturbi del ritmo cardiaco, con labili difese immunitarie e per questo esposto al rischio di infezioni. Questo contesto clinico ha indotto a personalizzare la scelta del nostro intervento, ricorrendo per questo difficile caso a tecnologie innovative, come i moderni minuscoli pacemaker capaci di generare l’impulso direttamente a contatto con il muscolo cardiaco“.

“Questi dispositivi sono efficaci nel generare impulsi elettrici ritmici senza ricorrere a collegamenti con fili: vengono impiantati direttamente attraverso la vena femorale nelle cavità cardiache, dunque senza bisogno di incidere la cute. Il moderno ed evoluto sistema di stimolazione scelto è composto di due diverse microcapsule capaci di dialogare una volta inserite nelle cavità cardiache, ripetitivamente posizionati a destra, uno in atrio (più piccolo) e uno in ventricolo (poco più grande), permettendo così una stimolazione efficace e rispettosa della fisiologia del cuore. La Cardiologia di Lucca negli ultimi venti anni è stata sempre sensibile al progresso tecnologico e l’impianto del primo pacemaker bicamerale senza fili ne è una conferma di cui non posso che esserne orgoglioso perché frutto di un grande lavoro di squadra: di appassionati cardiologi, dei dirigenti in servizio a Lucca, con infermieri, tecnici di radiologia e ausiliari“.

“Dall’impianto di pacemaker tradizionale - ricorda Davide Giorgi, responsabile del laboratorio di elettrostimolazione che ha eseguito l’innovativo intervento - a quello senza fili (Leadless) il passo nella nostra realtà lucchese è stato breve. Una grande speranza del progresso della medicina che è divenuta realtà per molti pazienti. Questo dispositivo cambia del tutto il paradigma della stimolazione elettrica del muscolo cardiaco, indispensabile per la vita in molte delle aritmie, e che fonda il suo utilizzo sul posizionamento di fili elettrici posizionati nelle cavità del cuore poi collegati ad uno stimolatore esterno al cuore stesso“.

“Grazie anche al lavoro comune pianificato da mesi con i miei colleghi Francesco Busoni e Niccolò Mancini, con infermieri davvero encomiabili, bravissimi, e tecnici di radiologia meravigliosi per impegno, ora ho avuto il piacere di impiantare un dispositivo molto più piccolo di un pacemaker tradizionale capace di stimolare elettricamente un cuore destinato ad arresto per mancanza dei battiti. Questa scelta è per noi oggi opportuna e limita solo nei pazienti molto giovani, sotto i 45 anni, che necessitano di sola stimolazione cardiaca e che dovranno quindi convivere per molti anni con il dispositivo, ma soprattutto noi la utilizziamo in tutte le complessità cliniche come nei casi di insufficienza renale cronica in dialisi, nei diabetici con avanzate complicanze e in quelli fragili che dovranno sottoporsi a terapie oncologiche e che quindi hanno scarse difese immunitarie“.