REDAZIONE UMBRIA

Intervento pionieristico all'ospedale di Perugia: 38enne torna a camminare

Primo impianto in Umbria di protesi d'anca batteriostatica a conservazione del collo femorale. L'équipe: "soluzione tecnologica all'avanguardia"

L'equipe che ha eseguito l'intervento

L'equipe che ha eseguito l'intervento

Perugia, 13 giugno 2025 –  La scienza medica sta facendo davvero passi da gigante. Lo dimostra il nuovo traguardo raggiunto nell'ambito della chirurgia ortopedica dall'ospedale di Perugia con l'esecuzione del primo impianto protesico d'anca a conservazione del collo femorale dotato di rivestimento batteriostatico mai realizzato in Umbria.

L'intervento chirurgico pionieristico, effettuato nella clinica Ortopedica del Santa Maria della Misericordia diretta dal professor Auro Caraffa, rappresenta un importante passo avanti nella personalizzazione delle cure ortopediche per pazienti complessi. L'intervento ha riguardato un paziente di 38 anni, immunodepresso e affetto da osteonecrosi della testa del femore, una patologia che in soggetti fragili richiede approcci chirurgici avanzati e fortemente personalizzati.

L'età molto giovane del paziente e la sua condizione di immunodepressione hanno reso necessaria una soluzione tecnologica all'avanguardia per garantire sia la funzionalità articolare a lungo termine sia la sicurezza infettivologica. L'intervento è stato eseguito dall'équipe composta dal professor Giuseppe Rinonapoli, dal dottor Michele Bisaccia e dalla dottoressa Barbara Bifarini, anestesista. È stata utilizzata una protesi femorale innovativa sviluppata da un’azienda italiana, progettata per garantire la conservazione dell'anatomia naturale del femore e offrire una protezione batteriostatica superficiale in grado di ridurre il rischio di infezioni post-operatorie, senza interferire con i processi di osteointegrazione.

“La scelta dell'impianto è stata dettata da due fattori cruciali: - spiega Rinonapoli - l'età del paziente, molto giovane per sottoporsi a un intervento di protesi d'anca, e l'alto rischio infettivo dovuto alla sua condizione di immunodepressione. La conservazione del collo femorale ha permesso di mantenere intatta una parte fondamentale dell'osso, favorendo una migliore biomeccanica dell'articolazione e riducendo l'invasività dell'intervento. Il rivestimento batteriostatico della protesi svolge una funzione preventiva fondamentale, - continua - riducendo i rischi di infezione che potrebbero causare gravi complicanze al paziente, inclusa la necessità di rimozione della protesi, lunghe terapie antibiotiche e successivi interventi di riprotesizzazione. L'importanza, nei pazienti giovani, è quella di utilizzare protesi che rispettino l'anatomia originaria e garantiscano una lunga durata funzionale, preservando il capitale osseo per eventuali futuri interventi".

Caraffa evidenzia come "l'intervento rappresenti un esempio concreto della capacità della nostra struttura di adottare soluzioni tecnologiche all'avanguardia, anche in casi complessi, con un approccio clinico moderno e responsabile". Bisaccia spiega che "Il trattamento di soggetti fragili richiede scelte chirurgiche che combinino sicurezza infettivologica e solidità biomeccanica, personalizzando ogni soluzione in base alle specifiche esigenze del paziente".