LUCA AMODIO
Cronaca

La sfida della telemedicina: "Case collegate con i reparti"

L’iniziativa della Fondazione Cesalpino. Butali: "È un grande obiettivo"

Paola Butali, Fondazione Cesalpino

Paola Butali, Fondazione Cesalpino

AREZZOIl Circolo Artistico ha ospitato una serata organizzata dalla Fondazione Cesalpino per lanciare un nuovo grande progetto per la sanità aretina, nell’ambito della telemedicina. "La fondazione - ha spiegato la presidente Paola Butali - è nata nel 2004. Il suo scopo principale lo sviluppo della ricerca clinica all’interno dell’ospedale San Donato. Quindici anni abbiamo avviato un secondo grande progetto: far diventare Arezzo la provincia più cardioprotetta d’Italia. Con “Arezzo cuore” , fortemente sollecitata e spinta da professionisti come Leonardo Bolognese (cardiologia) e Massimo Mandò (118) e dai loro collaboratori, si è arrivati ad oltre 1.300 Dae (defibrillatori) che troviamo agli angoli delle strade, nella stragrande maggioranza delle aziende, davanti alle farmacie, in tutti gli impianti sportivi, in molti autobus, nei taxi, nelle auto delle forze dell’ordine, nelle scuole, nelle chiese, e che stanno salvando la vita a decine di persone all’anno perché quando arriva un arresto cardiaco tutto si gioca nei primi minuti".Questo traguardo è stato celebrato pochi giorni fa in Prefettura. In quella occasione si è sottolineato come il “Arezzo Cuore” abbia sviluppato una cultura complessiva del soccorso sanitario. Con una partecipazione attiva di quasi 30mila cittadini divenuti tutti soccorritori abilitati all’uso del Dae. Di costoro, la maggior parte sono studenti delle ultime classi delle superiori che hanno seguito il corso e oggi sono sentinelle contro l’arresto cardiaco, e la cronaca narra continuamente di vite salvate proprio da loro.Adesso la Fondazione Cesalpino è pronta per un nuovo grande progetto: "Ci lavoriamo da più di un anno – ha spiegato la presidente Butali – e da settembre diverrà operativa collegando i medici specialisti dell’ospedale con le case di una serie di pazienti con malattie croniche. La telemedicina sta entrando in modo importante nella cura di base dei cittadini. Consente di monitorare a distanza le condizioni di un paziente, contribuisce a fare diagnosi aggiornate senza la necessità di trasportare il malato dalla propria abitazione ai centri sanitari ospedalieri o ambulatori, di monitorare in continuo da parte dei responsabili dei reparti qual è la condizione di un malato cronico. Tutto questo è possibile anche con apparati anche semplici. La tecnologia del trasferimento dati e delle immagini ha compiuto passi da giganti. Scienza, medicina e ricerca trovano soluzioni dapprima impensabili. La Fondazione – ha concluso Butali – così come ha fatto per il “Arezzo Cuore”, intende essere protagonista in questo nuovo grande progetto".