
L’artista giovedì celebra San Francesco d’Assisi a Mont’Alfonso con un "concerto totalmente acustico"
"La musica? Per me deve sempre trasmettere un messaggio. Il mio è che abbiamo bisogno di spiritualità. Si è completamente eclissata dal mondo e infatti vediamo in quali condizioni è il mondo. Mai stato così da 80 anni...". Parola di Angelo Branduardi (nella foto), che giovedì 21 agosto alle ore 21 terrà il suo concerto di chiusura della tournée estiva “Il Cantico“ alla Fortezza di Mont’Alfonso a Castelnuovo Garfagnana. Un tour nato appunto per celebrare gli 800 anni del “Cantico delle Creature“ di San Francesco d’Assisi.
E in questo concerto la spiritualità non manca...
"La matrice è quella. E’ un concerto totalmente acustico, per pianoforte a coda, violino, chitarre, armonica a bocca, basso e batteria. E’ diviso in due parti: nella prima i pezzi dedicati a San Francesco e i pezzi del mio album “L’infinitamente piccolo“ del 2000. Nella seconda, molti brani che non ho mai eseguito dal vivo. Infine, nel bis, i grandi successi che non posso... evitare".
Cosa lega Branduardi a San Francesco dopo 800 anni?
"Lui era un personaggio straordinario, che mi affascina, anche se a volte ne è stata data una lettura fuorviante come nel film “Francesco, giullare di Dio“ di Rossellini. Non era certo un giullare, ma un uomo passato attraverso la sofferenza e lo scandalo. Era un artista. Il suo Cantico è il primo testo poetico della letteratura italiana, cento anni prima di Dante. Era anche un musicista, suonava spesso, portava con sé un olifante, strumento a fiato donatogli dal sultano di Babilonia, incontrato durante la quinta Crociata. Fu un incontro incredibile, prove di dialogo tra due mondi lontanissimi".
Temi attuali più che mai, dal rispetto dell’ambiente al dialogo fra religioni diverse, all’eguaglianza sociale.
"Assolutamente. Un messaggio forte ed estremamente attuale. Un messaggio spirituale. Diciamo che tra me e San Francesco ci sono... affinità elettive ".
Un po’ in antitesi rispetto alla musica contemporanea, non le pare?
"La musica di oggi la ascolto poco, devo dire. L’unica che mi è capitato di sentire e che proprio non sopporto è la “trap“. Non tollero testi omofobi e misogini, mi dispiace".
Ma ai suoi concerti oggi vengono anche tanti giovani.
"Vero e questa cosa mi piace moltissimo. E’ bello vedere i giovani ai miei concerti, dà speranza. Hanno un grande bisogno di spiritualità".
Allora appuntamento giovedì sera a Mont’Alfonso?
"Non vedo l’ora. Non ci sono mai stato, anche se amo moltissimo la Garfagnana...". Affinità elettive.