
L’Arcivescovo con il direttore della Caritas don Simone Giuli e Francesca Fazzi (Alcide)
I numeri e la storia della povertà nel territorio della Diocesi di Lucca, ma anche i germogli della speranza. L’annuale rapporto della Caritas, presentato ieri pomeriggio nel salone dell’Arcidiocesi, esce con una veste tipografica più ampia e ben curata dall’editore Maria Pacini Fazzi. Oltre 100 pagine di cui circa due terzi dedicati a ripercorrere le tappe dei cinquanta anni della Caritas diocesana, che è attiva dal 1974, mentre l’ultima parte è dedicata all’analisi dei dati relativi all’ultimo anno. Il volume si intitola "Piccoli passi possibili".
"In una società povera di speranza – scrive nella prefazione l’arcivescovo di Lucca, Paolo Giulietti – l’azione della Caritas, in questi primi 50 anni di servizio, è sempre stata ispirata da questa visione: ciò che conta non è risolvere gli infiniti problemi che ci si trova ad affrontare, ma affiancarsi alle persone per produrre segni che inducano a guardare al futuro con la convinzione che darsi da fare sia sensato e possibile". Nell’introduzione al volume, il direttore della Caritas di Lucca, don Simone Giuli, spiega: "Abbiamo scelto di intitolare questo lavoro “Piccoli passi possibili”, espressione cara alla Serva di Dio Chiara Corbella Petrillo. Lei utilizzava queste parole per descrivere un cammino di fede nella relazione. Noi prendiamo in prestito questa felice locuzione per raccontare con semplicità e concretezza lo stile di Caritas e di chi fa servizio".
Il libro rappresenta una testimonianza viva dei cambiamenti sociali, ma anche della concreta trama di prossimità, accompagnamento e dignità che è stata costruita attraverso l’ascolto e la relazione. Il primo capitolo offre un inquadramento sulle povertà e disuguaglianze emerse nell’ultimo quindicennio, analizzando i dati raccolti nei 34 centri di ascolto, il secondo si concentra sulle povertà minorili, economiche ed educative, approfondendo sfide e interventi nel territorio della Diocesi. Il terzo capitolo dà voce ai progetti concreti avviati dalla Caritas: iniziative che raccontano il passaggio dalla lettura dei bisogni all’attivazione di risposte condivise. Il quarto capitolo restituisce infine una fotografia aggiornata della povertà nel 2024.
Nel 2024, i centri d’ascolto Caritas hanno accolto 2.601 persone, segnando il dato più alto dalla loro apertura. Rispetto al 2023 si è registrato un incremento di 129 unità. 606 sono per persone accolte per la prima volta. Ogni persona rappresenta spesso un intero nucleo familiare: l’aiuto offerto coinvolge anche figli, anziani e conviventi, spesso in condizioni di grave deprivazione materiale. La maggior parte vive in povertà assoluta e affronta situazioni croniche di precarietà abitativa, lavorativa o sanitaria. Un dato significativo è l’aumento di persone che ricevono supporto da due anni o più, un segnale della difficoltà nel riconquistare un’autonomia stabile.
Analizzando la distribuzione territoriale, emerge che il 68,8 per cento delle richieste proviene dall’area di Lucca e della Piana, il 22,6 per cento dalla Versilia e l’8,5 per cento dalla Valle del Serchio. Le fasce d’età prevalenti variano tra i territori: dai 35-44 anni nella Piana e Versilia, ai 45-54 nella Valle del Serchio. Un quadro che invita a calibrare risposte e interventi in base alle specifiche caratteristiche locali. Il profilo delle persone accolte è oggi più variegato rispetto al passato. Circa il 50 per cento è di cittadinanza italiana e una persona su due è di sesso maschile, segnando una rottura con gli stereotipi passati. Significativo è il fenomeno dei "nuovi poveri": adulti che per la prima volta si trovano in difficoltà economiche, spesso a seguito della perdita del lavoro o dell’aumento dei costi della vita. Le donne e i giovani lavoratori, specie se impegnati in occupazioni precarie o non tutelate, sono tra i più colpiti.