Omicidio Barbara Capovani: teorie e complotti di Gianluca Paul Seung, gli esiti diversi delle perizie

Effettuate a distanza di un mese l’una dall’altra, esprimono pareri contrari sulla sua incapacità

Lucca, 5 maggio 2023 – Sosteneva di avere una missione nella vita, quella di combattere crimini di vario tipo: dal terrorismo, al traffico di essere umani alla mafia. Per cui Gianluca Paul Seung - accusato di aver aggredito a morte la dottoressa Barbara Capovani - puntava il dito verso personaggi famosi a livello mondiale (come la regina d’Inghilterra) oltre a persone comuni e quindi professionisti locali, nei quali spesso vedeva un ostacolo a questa sua missione. Ognuno di loro, con modalità e strumenti diversi, secondo lui aveva cercato di fermare le sue battaglie. I ricoveri, i tso o gli arresti collezionati nel tempo, diventavano nella sua testa un modo per impedirgli di denunciare questi crimini. E così la guardia giurata del tribunale di Lucca, aggredita dal 35enne in due occasioni tra il 2021 e il 2022, - come riportato negli atti del processo - per il 35enne altro non era che un membro “di un sodalizio criminale finalizzato ad impedire le sue attività di contrasto e denuncia di traffici di essere umani“. Anche la stessa Barbara Capovani (il cui nome compare di frequente nei post-denunce di Seung) era accusata da lui di far parte di un traffico di cellule staminali e organi.

Queste idee di grandezza - insieme alla sua padronanza linguistica - sono gli elementi che ritornano nelle perizie effettuate su Seung in momenti e da esperti diversi. Se non fossero per alcune differenze nei dettagli. Se al professor Mauro Mauri, ad esempio (docente dell’università di Pisa, che ha svolto tre accertamenti su Seung tra il 2019 e il 2022, in tre diversi procedimenti giudiziari) il 35enne di Torre del Lago aveva raccontato al primo incontro nel maggio 2019, in seguito all’arresto con l’accusa di molestie sessuali ai danni di una ragazzina di 13 anni, di essere “un agente segreto di un governo straniero, all’insaputa dell’Italia fino a missione compiuta che è l’arresto di Messina Denaro“; al professor Pietro Pietrini, professore e a lungo direttore della Imt alti studi, che lo ha visitato a marzo 2022 nell’ambito del processo per l’aggressione alla guardia giurata, Seung ha svelato di “essere il risultato di una sperimentazione genetica-militare per compiere una missione segreta e di avere un cervello alieno che gli permetterebbe di avere una coscienza superiore a quella umana, così come un aumentato senso di giustizia e del dovere“. Esternazione che poi - come si legge nell’articolo accanto - lo stesso Seung, a distanza di qualche mese, di fronte al medico di guardia incaricato dalla psichiatria di Viareggio di verificare le sue condizioni di salute, avrebbe definito come frutto di una mera simulazione, per dare prova della sua incapacità.

Impossibile, per chi è profano del mestiere, stabilire il limite sottile tra verità e bugia, quindi capire quale delle due esternazioni sia la più credibile e la più lucida.

Rimane, però, la differenza principale tra le perizie sopra citate. Da ritrovare nelle considerazioni conclusive. Il professor Mauri, a fine della perizia fatta il 22 febbraio 2022 nell’ambito del processo a Seung per calunnia ai danni della polizia municipale di Petrasanta, scrive che il soggetto presenta “tratti di disturbo di personalità narcisistica“ e che le sue idee di grandezza e le teorie complottiste cui si fa riferimento sopra “Non è escluso che in alcuni momenti possano assumere connotazioni deliranti, soprattutto sotto effetto di sostanze stupefacenti, di cui ha fatto uso“. Ma comunque non completamente incapace di intendere e di volere. Cosa che invece era per il professor Petrini, a marzo 2022. Da quel colloquio - si legge - sono emerse “manifestazioni di stampo psicotico, con ideazione delirante in senso persecutorio“ oltre a “disturbo di personalità con tratti narcisistici e antisociali e con uso di sostanze“. Da qui la necessità di un intervento terapeutico che però Seung ha rifiutato. D’altronde lo stesso Pietrini lo aveva previsto nella perizia: “Considerata la completa assenza di consapevolezza di malattia, unitamente alla radicata avversione nei confronti della psichiatria, è verosimile, per non dire assolutamente certo, che vi sarà scarsa o nulla volontaria collaborazione da parte del paziente“.