Due esplosioni in pochi mesi e cinque vittime. Le indagini sulle tragedie in provincia di Lucca

Prevista per oggi l’udienza per l’incidente probatorio su Torre, ma mancano le analisi sul tubo corroso. Venerdì nuovo sopralluogo a Montecarlo

L'esplosione di Montecarlo

L'esplosione di Montecarlo

Lucca, 22 maggio 2023 – Un filo tragico e sottile collega le due esplosioni che, a distanza di pochi mesi, hanno colpito due comunità, provocando morte e sconforto.

Stiamo parlando dell’esplosione di Torre, del 27 ottobre 2022, e quella di Montecarlo, dello scorso 15 aprile. Due palazzine distrutte, cinque vite spezzate e tante altre sconvolte.

A perdere la vita sono stati Luca Franceschi, 69 anni, la compagna Luydmyla Perets di 44, la 26enne Debora Pierini e poi Luciano Lazzerini, 70enne di Pisa, e la moglie Francesca Donatini, di 71 anni.

In comune, i due episodi, hanno le drammatiche conseguenze e le cause: entrambi sono stati determinati, in circostanze apparentemente diverse, da una fuga di gas (questa è sempre stata l’ipotesi della Procura) e per entrambe si continua ad indagare.

Su quella di Torre, che ancora oggi vede 37 persone indagate per triplice omicidio colposo, crollo, incendio e danneggiamento colposo, lesioni colpose, è ancora in corso l’incidente probatorio, richiesto dal sostituto procuratore Antonio Mariotti.

Era prevista per oggi l’udienza di fronte al gip Alessandro Trinci, con al centro la relazione portata a termine dai periti dopo i vari sopralluoghi. Durante l’ultimo era avvenuta l’inquietante scoperta che potrebbe portare ad una svolta nelle indagini: un buco nel tubo del gas.

Ma gli accertamenti condotti da un laboratorio specializzato sui motivi che hanno provocato la corrosione, non hanno ancora dato risultati. Motivo per cui l’udienza di oggi probabilmente verrà rinviata.

Fissata per venerdì 26, invece, la data per un nuovo, in pratica il primo, sopralluogo a Montecarlo, in via traversa del Marginone. I periti, alcuni dei quali sono impegnati anche su Torre (tra tutti Francesco Marotta, nominato per entrambi i casi dalla Procura) potrà iniziare gli accertamenti irripetibili richiesti dal sostituto procuratore Salvatore Giannino.

Venerdì i vigili del fuoco libereranno l’area dal tetto della palazzina e dai detriti che impedivano il lavoro degli esperti. Tra i dubbi da sciogliere: perché c’era una fuga di gas. Al vaglio degli inquirenti, in questo caso, ci sarebbe un guasto all’impianto, noto da tempo. Il pm ha iscritto nel registro degli indagati il tecnico e il titolare della ditta che, in precedenza all’esplosione, aveva effettuato l’intervento di manutenzione.

Tere.Sca.