PAOLO MANDOLI
Cronaca

Una diga sugli spalti. Ecco la soluzione contro gli allagamenti

Una barriera come quella di Vicaglia in Garfagnana proprio di fronte alle Mura di Lucca, esattamente sugli spalti. Il progetto esiste dal 2005

Gli effetti del maltempo a Lucca (foto Alcide)

Lucca, 27 ottobre 2023 – Una diga come quella di Vicaglia in Garfagnana proprio di fronte alle Mura di Lucca, esattamente sugli spalti. Non è un’idea eccentrica o provocatoria ma una proposta per la riduzione del rischio idraulico nella città di Lucca e nella periferia sud in occasione di eventi meteorici eccezionali. La pioggia caduta sulla città di Lucca nella giornata di mercoledì 25 ottobre, insieme a quella che era caduta dei giorni precedenti ha causato almeno in due occasioni l’allagamento degli spalti sud-ovest delle Mura di Lucca. Le immagini si sono viste un po’ ovunque sui giornali, sui siti internet, nei servizi televisivi e naturalmente nei diari personali dei vari social network.

Proprio l’intero sistema degli spalti delle Mura potrebbe diventare una grande diga, con capacità di invaso fino a 593.308 metri cubi, ovvero oltre 593 milioni di litri d’acqua. La diga di Vicaglia contiene 580.000 metri cubi, dunque è facile e logico il paragone. Il progetto, finora non attuato, risale al 2005 e venne presentato dall’allora Autorità di Bacino del Serchio, dal professore Raffello Nardi. Si partiva dalla constatazione che la città di Lucca è attraversata dal canale artificiale denominato Piscilla, realizzato intorno al 1400, che derivava le acque dal fiume Serchio all’altezza di Ponte a Moriano e ne permetteva l’utilizzo con finalità irrigue e per l’azionamento di mulini. Svolgeva inoltre la funzione di fognatura bianca di captazione e trasporto delle acque meteoriche.

Nel tratto a monte della città di Lucca il canale è denominato “Pubblico condotto”, mentre a valle prende il nome di canale Piscilla. Il suo recapito finale è il canale Ozzeri, affluente di sinistra del fiume Serchio. Dal punto di vista idraulico, il canale Piscilla presenta, in caso di eventi meteorologici significativi, insufficienze idrauliche, specialmente nel tratto compreso tra la città e lo sbocco in Ozzeri. Lo studio del 2005 puntava a utilizzare gli spalti delle Mura al fine di avere la sicurezza idraulica del canale Piscilla anche con eventi con tempo di ritorno 200 anni, con previsione fino a 314 millimetri in 24 ore e 246 millimetri in 12 ore, ovvero un valore 2,8 volte superiore a quello di mercoledì scorso.

Dobbiamo ricordare che il tratto a monte del centro storico non presenta problemi idraulici prioritari, mentre il tratto cittadino e il successivo percorso sino all’Ozzeri hanno una serie di problematiche che comportano rischio da esondazione per inadeguatezza della sezione idraulica a convogliare le portate in transito. C’è poi il rischio esondazione per incapacità di recapito delle portate nell’Ozzeri. Data la limitata estensione dei bacini idrografici dell’Ozzeri e del Piscilla è ragionevole ritenere che eventi meteorologici intensi abbiano effetti significativi su entrambi i sistemi, con una sostanziale contemporaneità degli eventi di piena. In questo scenario si verifica un transitorio temporale in cui il canale Piscilla non è in grado di scaricare la propria portata in Ozzeri ed è costretto ad immagazzinarla nel proprio bacino. In funzione dell’intensità dell’evento e della durata del transitorio, il volume disponibile in alveo del Piscilla può non essere sufficiente, con conseguente esondazione nelle aree circostanti. Un ulteriore scenario di rischio è legato all’ingresso nel canale Piscilla di portate provenienti dall’Ozzeri, condizione che indicativamente si verifica ogni qual volta il livello dell’Ozzeri risulta più elevato di quello del Piscilla.

Concretamente viene proposta una cassa di espansione, scavando gli spalti, per accumulare temporaneamente il volume del picco di piena grazie a una serie di casse o vasche di accumulo, con paratoie che permettano di limitare o annullare la portata in transito nel tratto cittadino del Piscilla. Sono previste sette casse salvaguardando quando esiste, in particolare lunette e baluardi nella parte a nord e i camminamenti, spesso finiti sott’acqua anche in questi ultimi giorni. Il costo di tale intervento in parte può essere recuperato vendendo la terra scavata.