
Valentina Cirelli, la 47enne di Lerici (La Spezia), arrestata in Guinea Bissau e scarcerata dopo dieci giorni
La Spezia, 30 aprile 2025 – Valentina Cirelli, 47 anni imprenditrice e attivista originaria di Lerici, è tornata libera dopo 10 giorni di prigionia nella Guinea Bissau, dove era accusata di aver fomentato una rivolta popolare contro un’azienda cinese.
Valentina, come sta?
“Bene, sono molto stanca: ma la libertà mi dà forza”.
Ci racconta cosa è successo il giorno del suo arresto?
“Tre delle 16 comunità di donne locali hanno deciso di dare fuoco all’escavatore di un’azienda cinese, impegnata da tempo nella lavorazione di ’sabbie pesanti’ che provocano contaminazioni all’acqua. Ero appena venuta a conoscenza dell’episodio, quando poco dopo 6 militari sono venuti a cercarmi nel mio hotel di Varela”.
Di cosa l’hanno accusata?
“In prima battuta mi hanno solo chiesto di seguirli in spiaggia dove il loro superiore voleva parlarmi. Ho chiesto se avessero un mandato per fare quello che stavano facendo, mi hanno risposto che il ’caso era grave’. Così li ho seguito fino da loro superiore per capire di cosa si trattasse”.
Come si è arrivati all’arresto?
“A loro dire ci sarebbe stato un ordine dal Ministero, dicevano di dovermi portare nella capitale, a tre ore di auto dalla zona di Ingorè dove vivo. Una volta arrivati, a tarda sera, hanno rinviato l’interrogatorio al giorno dopo. Ma ero tranquilla, fiduciosa, non avendo fatto nulla”
E invece...
“Il mattino seguente sono stata interrogata dalla polizia senza la presenza di un legale: mi hanno accusata di aver istigato la popolazione locale ad appiccare l’incendio contro l’escavatore della ditta cinese. Nulla di più falso. Mi hanno messa in carcere insieme a una delle donne coinvolte nell’azione ed ad altre cinque ragazze”.
Come è stata trattata durante la detenzione?
“C’era un caldo terribile. Non potevo telefonare, nessun contatto con l’esterno: ho potuto vedere il mio legale solo dopo alcuni giorni e anche il console non ha avuto subito accesso al carcere: mi è stato molto vicino”.
E’ tornata libera, ma dovrà affrontare un processo: rimarrà nella Guinea Bissau?
“Sono arrivata 10 anni fa alla morte di mia mamma, nata qui, poi sono rimasta con mio padre che è di Lerici. Ho aperto un’associazione umanitaria per seguire alcuni progetti come l’asilo, i diritti delle donne e i pozzi d’acqua. Sono anche titolare di un hotel. Ora devo valutare se restare o no: sono nata a Spezia, ho studiato al liceo linguistico sperimentale a Modena, ho vissuto in Spagna. Alla mia anima piace sperimentare tante cose e mi piace vivere qui, ma dopo questa storia non so che farò”.