
Un gruppo di operai impegnati in un cantiere. Comune, Fondazione Carispezia, Caritas, Ance e Confindustria hanno stretto un patto per risolvere la crisi abitativa: gli alloggi a disposizione degli operai sono sempre meno (foto d’archivio)
Un patto istituzionale per attuare politiche che possano contribuire ad agevolare l’inserimento sociale dei lavoratori che verranno a vivere in provincia della Spezia, aumentando l’offerta di alloggi in locazione, individuando e favorendo la messa sul mercato del patrimonio immobiliare privato inutilizzato, e allo stesso tempo aiutando le famiglie dei lavoratori in cerca di immobili in locazione. È quanto prevede l’accordo – già approvato dalla giunta comunale della Spezia – che vedrà impegnate Comune capoluogo, Fondazione Carispezia, Caritas, Confindustria e Ance La Spezia. Un tema sentito, quella della mancanza di abitazioni per i lavoratori impegnati nelle industrie e nei cantieri della Spezia, sollevato solo pochi mesi fa da uno studio commissionato da Ance e Confindustria a The European House Ambrosetti, che aveva evidenziato come nella prospettiva di un rinnovato sviluppo economico della provincia della Spezia nei prossimi dieci anni, la capacità di accoglienza di lavoratori e di nuove famiglie della città e della provincia sarebbe estremamente condizionata dalla limitata propensione alla locazione di lungo termine, generata soprattutto dal significativo incremento delle proposte di affitti brevi destinati all’offerta turistica extralberghiera. Un’esigenza, quella di nuovi alloggi, certificata anche dai piani di nuove assunzioni formulati dalle aziende associate a Confindustria, i cui numeri evidenziano una sempre più crescente necessità soprattutto nel comune capoluogo.
Da qui l’accordo tra enti e istituzioni spezzine, unite dal "bisogno di una strategia complessiva sovraordinata di programmazione condivisa e concordata che possa poi essere esplicitata e recepita dai vari enti competenti all’interno dei vari strumenti di pianificazione e programmazione sul tema housing accessibile e trasporti in una visione di città metropolitana". Il protocollo di intesa prevede, da parte di Ance, lo sviluppo di uno studio su soluzioni locali per un housing accessibile, con l’obiettivo di trovare soluzioni condivise in merito all’ampliamento dell’offerta abitativa principalmente in favore dei lavoratori della cosiddetta “fascia grigia”, ovvero lavoratori con contratti stabili non inclusi nelle fasce protette in quanto titolari di un reddito.
Lo studio costituirà la base scientifica per l’individuazione di uno strumento finanziario e operativo capace di acquisire risorse finanziarie pubbliche e private nonchè gli immobili di soci o di terzi, progettare e coordinare i lavori di ristrutturazione, sviluppare nuovi interventi di edilizia abitativa, garantire il pagamento del canone e la manutenzione dell’immobile, nonchè accompagnare i locatari nella corretta gestione delle unità abitative e nel rispetto dei termini del contratto di locazione. In tal senso, i firmatari dell’accordo intendono verificare la possibilità di coinvolgere Cassa Depositi e Prestiti, in collaborazione con Regione Liguria. Lo studio di Ance provvederà inoltre a fare una stima dell’offerta di abitazioni private disponibili – sia in termini numerici divise per quartieri, sia in termini di stato di conservazione –, nonchè la mappatura dei comuni della provincia a elevato potenziale abitativo. Prevista anche un’analisi organica sulla attuale situazione provinciale di offerta dei servizi di trasporto su gomma, su rotaia e via mare. Enti e associazioni firmatarie dell’accordo a breve avvieranno un tavolo tecnico operativo che, oltre ai rispettivi rappresentanti , vedrà la presenza dell’Università di Pisa, che sarà coinvolta nel delineare le linee di un programma di housing accessibile. Il protocollo di intesa durerà fino al 31 dicembre 2026, termine entro il quale gli enti firmatari potranno eventualmente prorogare la durata dell’accordo.
Matteo Marcello