Un fiume colorato e vivace ha attraversato la città in quello che è diventato un po’ un appuntamento legato alla lotta per i diritti civili. Porpora Marcasciano, attivista storica, scrittrice, nominata al Nobel e presidente onoraria del Mit - Movimento identità trans, è stata la testimonial del La Spezia Pride 2025 e ha accompagnato la parata che ieri pomeriggio, come ormai accade da quattro anni consecutivi con successo, ha attraversato la città partendo da piazza Brin fino ai giardini pubblici, quando poi ci sono stati gli interventi finali. La manifestazione (promossa e realizzata da Raot - Rete Anti Omofobia e Transfobia La Spezia – con il supporto di Cgil, Uaar, Circolo di Documentazione Aldo Mieli, Amnesty International e numerose realtà sociali e culturali del territorio) ha fatto ancora centro, nei numeri e nei contenuti.
"Quest’anno abbiamo scelto di chiamare questo La Spezia Pride ‘Resistent*’, non è un gioco di parole, è una dichiarazione politica – afferma Valentina Bianchini, presidente di Raot – . In quella ‘T*’ c’è tutta la resistenza delle persone trans, delle persone non binarie, intersex, delle persone migranti, razzializzate, sex worker, neurodivergenti, disabili, povere. C’è chi resiste ogni giorno per esistere. Chi ogni giorno deve difendere la propria identità come se fosse un crimine. La resistenza è scritta nei nostri corpi. Nei nostri nomi. Nelle nostre scelte". Un Pride che è stato una marcia, una danza, una lotta, in piazza. "Questo è il nostro Pride. E non importa quanto è grande – conclude – Non importa quanti soldi ha, quante adesioni ha. Importa da che parte sta. E questo Pride sta dalla parte delle soggettività trans, delle persone marginalizzate, della giustizia sociale, della lotta transfemminista, dell’antifascismo e dell’anticolonialismo. Questo Pride non è marketing. È lotta".
Tre i carri che hanno sfilato in mezzo (e seguiti) da tantissima gente: quello principale di Raot con dj Matthew Wonderbratz, quello Anticolonialista con dj Triptamica, a cura di Raot e Circolo di Documentazione Aldo Mieli, e quello della Cgil con dj Franco Amato. "Partecipiamo per affermare che i diritti civili e quelli sociali non sono separabili – dichiara Luca Comiti, segretario generale della Cgil – Che la lotta per l’uguaglianza delle persone Lgbtqia+ è la stessa lotta che ogni giorno facciamo nei luoghi di lavoro per i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. Non esiste dignità senza libertà, e non esiste libertà se non è garantita a tutte e tutti, senza distinzioni, senza esclusioni". In più il trenino, curato da Uaar e Raot, dove sono salite diverse famiglie, e infine la zona Silent, di Raot e Spi Cgil, per chi voleva calma e accessibilità sensoriale. Alla fine grande festa al Pin fino alle 4 della notte. Con l’appuntamento al prossimo anno. Marco Magi