
Don Perinetti era nato a Brugnato il 16 luglio 1941
Val di Vara, 14 luglio 2025 – Era il prete degli ultimi, dei sofferenti, delle persone a rischio emarginazione che con lui hanno trovato nuova vita. Era il prete della Val di Vara, don Mario Perinetti, scomparso la notte scorsa all’ospedale San Martino di Genova, dove era ricoverato da qualche tempo per complicazioni cardiache. Avrebbe compiuto 84 anni tra pochi giorni, essendo nato a Brugnato il il 16 luglio 1941, e proprio nel giorno del suo compleanno, mercoledì alle 16, si terranno i funerali nella concattedrale dei Santi Pietro, Lorenzo e Colombano di Brugnato, presieduti dal vescovo Luigi Ernesto Palletti.
Il feretro sarà poi sepolto nel cimitero brugnatese, nella cappella dei canonici. Un uomo che alla vocazione sacerdotale aveva affiancato quella da imprenditore illuminato di “aziende del bene”, come amava definire lui stesso quelle realtà di assistenza alla umana sofferenza che, fondate assieme a don Franco Martini e riunite negli anni sotto il Consorzio Campo del Vescovo, da Brugnato si sono allargate per diffondersi a tutto lo Spezzino e alle altre province liguri. Rsa fiore all’occhiello del settore sociosanitario nostrano come la Sacro Cuore di Brugnato – di cui prese le redini nel 1979, trasformandola in una moderna e attrezzata casa di riposo – e poi centri sanitari e comunità psichiatriche, e la storica lavanderia industriale di Rocchetta Vara. Strutture capaci di alleviare le sofferenze di tanta gente, ma anche di dare centinaia di posti di lavoro alla gente della vallata del Vara e non solo. Strutture che sono salite alla ribalta per i progetti che coniugavano innovazione e umanità. Come la riproduzione di una stazione ferroviaria all’interno della Rsa brugnatese per coinvolgere in un progetto i malati di Alzheimer ospitati nella struttura. O come la stanza degli abbracci, inventata durante la pandemia di Coronavirus: nonostante il terribile virus, don Mario volle fortemente la creazione di una stanza in cui gli ospiti potessero comunque ricevere la visita e l’abbraccio dei parenti.
“Al primo posto per noi c’è la persona che ospitiamo, e proprio pensando a loro abbiamo realizzato un sistema innovativo” disse qualche anno dopo, nel 2022, ricevendo un prestigioso riconoscimento dalla Luiss di Roma. Un uomo deciso, don Mario Perinetti, come quando alla fine degli anni Novanta, vedendo cessare i lavori di costruzione della comunità psichiatrica a Rocchetta Vara, non esitò a bussare alle porte di una banca per convincerla a rilasciare una linea di credito all’azienda che si sta occupando dei lavori. Risultato: prestito concesso, lavori terminati e struttura che, ancora oggi, accoglie decine di persone bisognose di assistenza. O come quando, nel dicembre del 2011, con la lavanderia industriale di Rocchetta sconquassata dalla terribile alluvione del 25 ottobre, non esitò ad appellarsi alla politica e alle istituzioni per farsi che quella struttura, che dava lavoro a decine di donne, potesse ricominciare a operare.
Tanti gli incarichi sacerdotali ricoperti. Entrato in seminario a Sarzana, era stato ordinato sacerdote alla Spezia dal vescovo Giuseppe Stella il 29 giugno 1966; nel 1968 è nominato parroco di Costola e amministratore parrocchiale di Buto, a Varese Ligure, iniziando un legame pastorale con l’alta Val di Vara che non avrebbe più lasciato. Nel 1998 il vescovo Giulio Sanguineti lo nominò canonico teologo del capitolo concattedrale di Brugnato, del quale l’anno successivo divenne arciprete. Lo scorso anno, a fine novembre, aveva rimediato serie lesioni dopo aver ingerito, mentre celebrava messa a Valgiuncata, alcune gocce di acido. Si era rimesso ed aveva ancora partecipato, a inizio giugno, alle feste in onore del Santo Gianelli.