Spezia, lo spareggio si gioca a Reggio: i retroscena e la mossa dei Platek

Società, istituzioni e sindacati di polizia contro la sede della ’Dacia Arena’. La presidenza aquilotta si è attivata sotto traccia facendosi garante con il Sassuolo per eventuali danni provocati al ’Mapei Stadium’

Bourabia saluta i tifosi aquilotti all’Olimpico di Roma (foto Alberto Andreani)

Bourabia saluta i tifosi aquilotti all’Olimpico di Roma (foto Alberto Andreani)

La Spezia, 7 giugno 2023 - La giustizia, per una volta, trionfa: Spezia-Verona si giocherà domenica a Reggio Emilia alle 20.45. Sventato il blitz di lunedì sera del Consiglio di Lega (con il presidente scaligero Setti arbitro e parte in causa) che aveva deciso di giocare a Udine. Sin dal primo mattino è partito un importante fuoco di sbarramento, dal sindaco Peracchini, che evidenziava i problemi di ordine pubblico e l’evidente disparità di trattamento, al presidente del Consiglio regionale Medusei e al consigliere regionale di opposizione Natale. Ben presto però la questione assumeva carattere nazionale, col sindacato di polizia Fsp che dice "definire la scelta infelice è un eufemismo" che denunciava i grandissimi rischi a cui sarebbero state esposte forze dell’ordine e tifosi in una situazione ingestibile. Lo Spezia calcio, saggiamente, agiva in silenzio sin dalla notte per modificare gli eventi, in contatto con la famiglia Platek negli Stati Uniti, fino a trovare il grimaldello che ha fatto saltare il banco.

Il Sassuolo, gestore del Mapei Stadium, aveva posto il veto (smentendo così la disponibilità sbandierata dal presidente Casini) temendo gravi danni all’impianto, sulla falsariga di quanto avvenuto nell’ultima giornata dello scorso campionato, con le orde a seguito del Milan che, per festeggiare lo scudetto, distrussero ampie zone dello stadio causando danni per centinaia di migliaia di euro, tutti a carico della società neroverde, in base al capitolato con il comune di Reggio Emilia. Non volendo subire un bis, oltretutto per un match di altri, la scelta di Udine sembrava ormai immodificabile.

A questo punto i Platek hanno tirato fuori il coniglio dal cilindro, proponendo alla Lega e al Verona di farsi tutti garanti per eventuali danni: si è così trovata la quadra. Per la prima volta in Italia, si applicherà a una partita il principio del "chi rompe paga", un’ovvietà se esistesse un minimo di senno, ma evidentemente ci volevano delle proprietà americane (dove questa regola viene fatta rispettare con grande severità) per introdurre un concetto considerato utopico alle nostre latitudini, proposto invano per anni per contrastare il tifo violento, mai voluto da società spesso sotto scacco delle frange più estreme, come accertato da molte inchieste giudiziarie.

Che la situazione stesse per sbloccarsi lo si è capito quando sono arrivate le dichiarazioni a sostegno dell’onorevole Orlando e del presidente della Regione Toti, con il primo, notoriamente assai tiepido sulle vicende degli Aquilotti, che annunciava un’interrogazione parlamentare e il secondo che perorava senza riserve la causa spezzina. Con due politici così potenti e prudenti a lanciarsi, era evidente che qualcosa stava accadendo. E così verso le 14 arrivava impetuoso in città il ’tam tam’ che annunciava la scelta di Reggio Emilia, qualche ora prima del comunicato ufficiale della Lega. Tutti a saltare sul carro, come d’uopo. Ora la palla passa, finalmente, al campo, stavolta davvero neutro.