
Le foto dello spettacolo finale della quinta edizione di ’Per Aspera ad Astra’
SARZANAIl progetto ’Per Aspera ad Astra – Come riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza’ promosso da Acri e sostenuti, tra gli altri, anche da Fondazione Carispezia debutta quest’anno, per la prima volta, all’interno del programma bambini e ragazzi del Festival della Mente di Sarzana con “Favola di Cì (che è partito bambino e si è fermato vecchio)”, uno spettacolo per bambini dai 6 anni in su che andrà in scena venerdì 29, sabato 30 e domenica 31 agosto alla Fortezza Firmafede. Lo spettacolo è la produzione finale della settima annualità del progetto “Per Aspera ad Astra”, avviato nel 2018 e che attualmente coinvolge dodici carceri italiane in percorsi di formazione professionale innovativi e duraturi nei mestieri del teatro riguardanti non solo attori e drammaturghi, ma anche scenografi, costumisti, truccatori, fonici, addetti alle luci. L’esperienza condivisa nell’ambito di questa iniziativa nazionale – che ha coinvolto in tutta Italia oltre mille detenuti in più di trecento ore di formazione – testimonia come sia possibile lavorare nelle carceri mettendo al centro la cultura, lasciando che essa possa esprimersi a pieno e compiere una rigenerazione degli individui, in grado di favorire il riscatto personale e avviare percorsi per il reinserimento del detenuto nel mondo esterno. Ad alimentare e rendere fattibile quest’esperienza c’è un’inedita comunità, composta da una molteplicità di soggetti, coinvolti ciascuno con ruoli diversi: Fondazioni di origine bancaria, compagnie teatrali che curano la formazione, direttori e personale degli istituti di pena, detenuti. Scarti - Centro di Produzione Teatrale d’Innovazione, che sin dalla prima edizione sono alla guida della direzione artistica del progetto sul territorio, presso la casa circondariale della Spezia, hanno scelto di intraprendere un percorso innovativo: realizzare uno spettacolo teatrale per l’infanzia interpretato da detenuti-attori, rompendo gli schemi tradizionali del teatro in carcere e aprendosi così a una sperimentazione che mette in dialogo due mondi apparentemente lontani attraverso il linguaggio universale del teatro, della fiaba e dell’immaginazione. Nasce così la storia di Cì, il primo bambino del mondo, che dopo aver commesso un errore fugge e si ritrova a vagare per cent’anni, in compagnia di uno strano personaggio, che lo infastidirà per tutto il cammino.