MASSIMO MERLUZZI
Cronaca

"La barca non si tocca". I ricordi di Paolo Lavalle

"A costo di sferrare calci e pugni ai tifosi il risultato deve essere difeso". Il plurivincitore del Palio commenta le dure squalifiche inflitte al Canaletto.

La formazione Senior del Canaletto vinctrice del Centenario

La formazione Senior del Canaletto vinctrice del Centenario

L’esperienza è importante e non soltanto durante la gara. L’euforia del momento e la gioia sfrenata dopo la vittoria sono stati elementi comprensibili ma non giustificabili. E lo dice Paolo Lavalle uno che di vittorie al Palio del Golfo davvero se ne intende. Per la prima volta dopo anni di battaglie il vincitore di ben 11 titoli in acqua si è seduto in tribuna come commentatore e soprattutto ha ricevuto il prestigioso incarico di leggere la Disfida che ha aperto la contesa. La sua giornata speciale è stat caratterizzata però da un finale clamoroso. E’ rimasto sorpreo dal verdetto del giudice sportivo nei confronti dei dirigenti del Canaletto, molto severo ben oltre le attese. "Per prima cosa mi dispiace per i ragazzi del Canaletto. Hanno stravinto un Palio e invece non si è parlato altro che dell’affondamento e del ricorso quasi fosse stata colpa loro che sono stati fin troppo bravi anche dopo la gara".

Lei come si sarebbe comportato?"Ho sentito il capovoga Leonardo Rinchiusa per complimentarmi. Gli ho ricordato che sono entrati nell’Olimpo del Palio ma che in futuro dovranno avere un atteggiamento diverso. Io dopo le vittorie prendevo a calci e pugni chi si avvicinava alla barca. L’armo non si deve toccare fino alla pesa, dopo si festeggia".

Ricorda qualche episodio?"Nel 2009 nel mio ultimo Palio vinto ho lasciato il segno. Ho fatto occhi neri a chi si è attaccatto all’armo rischiando di farlo affondare. Mi dispiace dirlo ma non si può vanificare il sacrificio di un anno".

La squalifica è giusta?"La severa punizione di 5 anni inflitta a Roberto Vivaldi è inaccettabile. Un uomo onesto e corretto, incapace di qualsiasi malizia che ha dedicato la vita al Palio non doveva essere punito così severamente. Ha agito per evitare conseguenze peggiori ma l’ha pagata. Terenziani conosce molto bene il regolamento e doveva comportarsi diversamente. Sono aspetti da un lato giustificabili dall’euforia dall’altro meno dal ruolo ricoperto".

Cosa avrebbero dovuto fare?"Controllare la tifoseria dal mare. E’ risaputo che c’è l’abitidune di lanciarsi in acqua e aggrapparsi alla barca ma non si può e non si deve fare. Questa è una responsabilità della società che deve tutelare il sacrificio dei suoi ragazzi e difendere la vittoria. Tra i tifosi c’è anche chi non conosce le regole. Per questo il sottoscritto in barca diventava un leone e non faceva sconti a nessuno neppure una volta tagliato il traguardo fino all’ufficialità del risultato. Anche a costo di risultare antipatico".

Massimo Merluzzi