
Simone Londi, sindaco di Montelupo
MONTELUPO (Firenze)L’istanza del Comune ha avuto esito negativo, ma l’amministrazione sta valutando con l’avvocato Diego Cremona il ricorso in appello. Negli ultimi mesi, però, sono state depositate anche le prime cinque sentenze relative alle citazioni presentate (13 in tutto) dai privati per i ristori per i crimini del Terzo Reich. Quattro di queste, che coinvolgevano i familiari di Luigi Bardini, Rolla Arrostiti, Carlo Castellani, i fratelli Dante e Adolfo Fossi, Erasmo Frizzi, hanno dato ragione ai figli che chiedono giustizia per i loro padri catturati con l’inganno, ingiustamente imprigionati e ridotti in schiavitù. E infine assassinati. Sentenze di primo grado, appunto. Sono a rischio appello. Visto l’andamento dei processi: "Una parte dello Stato, la magistratura, si è dimostrata all’altezza del dolore – dice il senatore Dario Parrini facendo il punto con le famiglie coinvolte –. Una parte no. L’Avvocatura dello Stato ha mosso obiezioni inaccettabili, ha parlato anche di prescrizione. Inoltre facciamo i conti con un muro di gomma che è il Ministero dell’economia e delle finanze: sta rendendo impossibile far percepire questi indennizzi alle sentenze passate in giudicato. Una vergogna". Il senatore Dem ha presentato sette interrogazioni parlamentari e una nota al Mef: "non è arrivata alcuna risposta".Quello che è accaduto l’8 marzo 1944 - la notte nella quale furono rastrellati 23 montelupini – rappresenta una ferita profonda per la città della ceramica, un momento che ha segnato l’intera comunità. E’ per questo che l’amministrazione – guidata dal sindaco Simone Londi – ha scelto di intraprendere un’azione volta al riconoscimento del danno non patrimoniale derivante dai crimini dell’occupazione nazifascista. "Analizzeremo attentamente le motivazioni per valutare l’eventuale ricorso in appello" – dice l’assessore alla Memoria Lorenzo Nesi –. Le prime quattro sentenze favorevoli ai figli dei nostri deportati ci stimolano a proseguire nell’esplorare questa preziosa opportunità di attualizzazione della memoria". Ma c’è da resistere.