
Il golfo della Spezia consolida la funzione di hub del metano non solo per i rifornimenti delle navi a gnl (dopo l’avvio nel nuovo corso tenuto a battesimo Costa Smeralda, che ha già effettuato, senza problema alcuno, nove bunkeraggi) ma anche come trampolino di lancio, presso lo lo stabilimento di Gnl Italia di Panigaglia, delle forniture via mare a distributori di strade e autostrade, così da evitare il ’laccio’ dalla strada Napoleonica. In gioco c’è la riduzione dell’inquinamento nell’ambito delle strategie dell’Unione Europea tese ad incrementare l’uso del gnl in luogo della dipendenza dal petrolio; l’ansia è quella degli incidenti, per prevenire i quali il dispositivo di sicurezza disposto dalla Capitaneria è ferreo.
La novità di giornata è che il progetto di rimodulazione del pontile dello stabilimento metanifero di Panigaglia – per dare corso al rifornimento delle autocisterne su piccole navette, per il successivo approdo in porto e l’avvio ai distributori della rete stradale – supera il primo step della conferenza dei servizi ’asincrona’ - incardinata presso il Ministero della transizione ecologica - per i pareri e le autorizzazioni di tutte le istituzioni interessate, dai ministeri agli enti locali. E’ la Capitaneria di porto, per prima, ad alzare il disco-verde al progetto. Lo fa attese le regolamentazioni della navigazione nell’insenatura di Panigaglia e nella rada interna: nella prima limitate ai mezzi navali che interagiscono col terminal e alle imbarcazioni da diporto che dispongono di approdi a cornice della cittadella del metano; nella rada interna, attraverso le norme che disciplinano accessi e uscite in sicurezza delle navi dal porto, traffico commerciale e diportistico.
Il comandante Giovanni Stella che ha firmato l’atto, chiude lo stesso con la postilla di rito che, più o meno, suona così: resta fermo che la realizzazione dell’opera è oggetto di altri autorizzazioni e pareri; quelli che, sul territorio, chiamano in causa gli enti locali, Comune di Porto Venere in primo luogo. Lo scenario del futuro è quello dell’attracco al terminal de piccole unità ro-ro - dotate sistema di accesso con ’ribaltamento’ delle lastre d’acciaio che fungono da prua e poppa - con quattro autocisterne. Lì avverrà il rifornimento. Poi l’attraversamento della rada interna con approdo in porto, alla radice della calata Malaspina per i successivi viaggi a destinazione. Il servizio-caronte sarà a cadenza giornaliera.
Corrado Ricci