
Confindustria: "Perdita stimata, ora controbilanciare"
"Il fatto che si sia arrivati ad una definizione dei dazi al 15% toglie finalmente di mezzo quel senso persistente di incertezza che è nemico del business. Meglio avere quindi un nemico certo (i dazi al 15%) che non averlo e brancolare nel buio". E’ questo il punto di vista di Alessandro Laghezza, presidente dell’Associzione Spedizionieri del Porto di La Spezia, a pochi giorni dal trattato scozzese tra Von der Leyen e il tycoon.
"Anche se - continua - è un elemento molto pesante che andrà certamente a penalizzare alcune componenti del nostro export spezzino e non solo. Non sono particolarmente pessimista sui traffici in Porto credo che possa esserci un calo dei traffici ma lieve, niente di così preoccupante. Anche perché è possibile che verranno esplorati altri mercati come Sud America, Canada, ma anche Oriente, Cina e Giappone. Ci potrebbe essere quindi una compensazione dei flussi di traffico commerciale". Laghezza sottolinea l’importanza di "puntare in questo momento a percorsi per rendere le aziende più efficienti e non a soluzioni ponte che in passato hanno fatto più danni che mai".
Il presidente di Confindustria La Spezia, Mario Gerini, rilancia l’allarme nazionale con dati alla mano: "Se osserviamo le statistiche nazionali è prevista una perdita di export del valore di oltre 22,6 miliardi di euro per l’Italia a queste condizioni. Se fosse così vorrebbe dire avere un effetto a cascata. Serve subito costruire compensazioni, politiche industriali anche su questi temi e mettere al centro l’apertura di nuovi mercati e gli investimenti. Va detto però che è la prima volta in cui l’Unione Europea fa fronte comune in una trattativa e può risultare un’operazione positiva per il futuro perché gli scenari stanno cambiando".
In un contesto nuovo in cui si aprono delle sfide importanti per i settori produttivi, il presidente di Confindustria La Spezia auspica che vengano messe in campo "delle iniziative importanti che possano essere in grado di controbilanciare questa posizione che porta sicuramente a rischi specialmente in termini di competività sul mercato e diminuzione del lavoro. Si parla quindi di diversificazione del mercato come una delle soluzioni che però non è immediata perché necessita di tempo per maturare e stabilizzarsi fino ad una normalizzazione. Auspico inoltre che i settori di nicchia, proprio per questa loro caratteristica peculiare, possano mantenere il loro bacino di acquirenti nonostante gli eventuali contraccolpi derivanti dalle nuove tariffe".
Tra le altre manovre "da mettere in campo ci sono gli sgravi fiscali sui costi della produzione e delle risorse umane che hanno raggiunto livelli elevati".
I.V.