
Ida Guacci intervistata per La Nazione da Maria Cristina Sabatini
Capelli scuri stretti in uno chignon, poco trucco e occhiali grandi dai quali emergono due occhi vispi e luminosi. Piccola, nella sua divisa bianca, il comune di seconda classe Ida Guacci, 21 anni appena compiuti, in poco tempo, come accade spesso ai ragazzi della sua età, scioglie il nodo dell’emozione e inizia a raccontare con passione la sua prima esperienza in Marina militare e all’interno della Fanfara del Comando interregionale Marittimo Nord. Fortemente voluta dal maestro e primo luogotenente Vito Ventre, sempre alla ricerca di nuovi talenti da inserire in organico, Ida, musicista di flauto traverso è la prima donna a far parte di una Fanfara della Marina. In Italia ne esistono tre: alla Spezia, a Livorno e a Taranto.
Ida, come nasce la sua passione per la musica e per la Marina militare? "La passione per la musica nasce da piccola. Nella mia città, Solofra, in provincia di Avellino, molte processioni ed eventi coinvolgono le cosiddette ’bande da giro’ composte da musicisti del Conservatorio. Mio nonno, quando ero piccolina, mi accompagnava ad ascoltarle. Ho sempre avuto la musica nel sangue. Alle scuole elementari ho iniziato a suonare il flauto, me ne sono appassionata, e da lì non ho più smesso. Solofra non sorge vicino al mare, ma neanche troppo distante. Ogni volta che andavo in spiaggia e lo guardavo, pensavo: "Vorrei lavorare sul mare, anzi vorrei lavorare proprio nel mare. La Marina mi è sempre piaciuta. Secondo me è una delle forze armate più belle, a parte (sorride, ndr.) che la nostra divisa è bellissima! La Marina militare, mi offre tanto. Sono arrivata alla Spezia da pochi mesi e ho già visto tanti posti che rimanendo nella mia città non avrei mai potuto conoscere. Viaggiare è bellissimo. Certo, ci sono lunghi mesi di navigazione che ti portano lontano dalla famiglia, ma hai la possibilità di girare il mondo!"
È la prima musicista donna a far parte di una Fanfara della Marina militare, come vive questo primato? "È un grande onore far parte della Fanfara del Comando Interregionale Marittimo Nord, un’emozione indescrivibile. Le donne ormai sono totalmente integrate in forza armata, la fanfara non fa eccezione".
Com’è il rapporto con i tuoi colleghi? "Sono la componente più giovane della Fanfara, i colleghi sono sempre molto attenti nei miei riguardi e mi hanno fatto sentire subito parte del gruppo. Devo ringraziare soprattutto il maestro (il primo luogotenente Vito Ventre, ndr) e il suo vice, il primo luogotenente Luciano Falcone che mi hanno aiutato a integrarmi e tutti i miei colleghi che mi aiutano ogni giorno e mi sono vicini anche nei momenti di difficoltà: ad essere lontani da casa, a volte, arriva un po’ di nostalgia. Però, alla fine, la Marina è come una famiglia che ti aiuta a superare anche questi momenti".
Mi racconta come si svolge una sua giornata tipo? "La mattina ci riuniamo dalle 8 alle 12 per provare insieme i brani da suonare in eventi e concerti. Il pomeriggio, per altre quattro ore, studiamo individualmente. In realtà anche il pomeriggio non sono quasi mai sola, perché sia i miei colleghi che il maestro mi aiutano a imparare le marce, che sono belle toste (sorride, ndr); la mia preferita è ’La Ritirata’ ma è davvero difficile! Invece quella che mi viene meglio è ’L’inno del San Marco’, ma ogni marcia è bella secondo me".
Sono circa sei mesi che fa parte della Fanfara, c’è già stato qualche episodio che le è rimasto impresso? "Sì, il mio primo concerto. Eravamo ad Uboldo, in provincia di Varese. Quando mi sono seduta sul palco ho sentito un’emozione fortissima, avevo paura di sbagliare. Poi ho guardato il maestro che mi incoraggiava da lontano, che mi diceva: ’Forza, che ce la fai’! Piano, piano, durante l’anno ho imparato a gestire le emozioni. Nel lavoro, soprattutto in ambito militare, è importante imparare a farlo. Un altro momento in cui ho provato una grande emozione è quando abbiamo suonato in presenza del presidente della Repubblica. Abbiamo suonato in tanti luoghi in Italia, anche dove non c’è il mare, e provato tante emozioni. In poco tempo ho imparato tante cose. Il maestro mi ha insegnato tanto. È un esempio per me, a livello sia musicale sia umano e militare. Ogni volta che ho un dubbio o un problema so che posso contare su di lui".
Ida, lei è molto giovane, ma qual è il suo sogno nel cassetto? "Il mio sogno è quello di diventare una grande musicista. Di continuare a suonare, per sempre, nella Fanfara con il Maestro e perché no, un giorno far parte della Banda musicale della Marina Militare di Roma".