
Il Maestro Primo Luogotenente Vito Ventre da dieci anni dirig la Fanfara del Comando Interregionale Marittimo Nord
La Fanfara del Comando Interregionale Marittimo Nord, chiamata con affetto da tutti gli spezzini “la Banda della Marina” è composta da 21 uomini - e da pochi mesi anche da una donna - con il mare negli occhi e la musica nel cuore. Da dieci anni, a guidarli con competenza e passione è il Maestro Primo Luogotenente Vito Ventre.
Maestro, dal 31 luglio 2015 al 31 luglio 2025: ci può fare un bilancio di questi dieci anni di attività? "Ritengo che il bilancio sia molto positivo. Lo dimostrano i numerosissimi concerti, più di 300, svolti in questi anni, per eventi legati alla cooperazione internazionale, alle attività di protezione dell’ambiente marino oltre che di carattere sociale e benefico, che hanno evidenziato l’impegno nel promuovere valori di solidarietà e vicinanza alla comunità. Penso quindi che la missione della Fanfara, cioè quella di rappresentare e promuovere l’immagine della Marina attraverso la musica, svolgendo un ruolo di ambasciatrice culturale, sia stata ampiamente compiuta con successo".
Come nasce la sua passione per la musica? "La mia passione nasce in famiglia. Mio padre, musicista e componente per circa 40 anni della Banda Centrale della Marina Militare, allora con sede nella città di Taranto, mi ha fatto respirare musica sin da quando ero bambino. Mi portava spesso ai suoi concerti, anche fuori città e quasi ogni settimana anche alle prove giornaliere in sala musica. Un appuntamento che mi riempiva di gioia. All’età di sette anni ho iniziato gli studi musicali iniziando a coltivare il sogno di far parte un giorno della Banda della Marina Militare. Sogno che ho realizzato".
C’è uno strumento che ama particolarmente? "Sicuramente la tromba, strumento che ho studiato e che ho avuto il privilegio di suonare per tanti anni in Italia ed all’estero. Mi ha sempre affascinato. È stato amore a prima vista".
Lei ha 36 anni di carriera alle spalle, anche a livello internazionale. C’è qualcosa a cui è rimasto è più affezionato? "Sono molto affezionato all’esperienza vissuta nell’Orchestra Internazionale della Nato con sede a Mons in Belgio, dove ho rappresentato la Marina Militare e l’Italia in qualità di trombettista per quasi quattro anni insieme ai più talentuosi musicisti dell’Organizzazione Atlantica. L’orchestra mi ha dato l’occasione di esibirmi nei quattro continenti, in teatri e luoghi di straordinaria importanza collaborando con artisti di fama mondiale e partecipando ad alcune registrazioni discografiche. Sono state inoltre emozioni indescrivibili aver ricevuto nel 2020 dal presidente della Repubblica l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana e un encomio solenne nel 2023, dal Capo di Stato Maggiore della Marina, per lo svolgimento della mia attività professionale".
Essere alla guida della Fanfara è come essere il papà di una grande famiglia. Quanto contano i rapporti umani all’interno della Fanfara? "Sì, è esattamente così. Non si tratta solo di coordinare strumenti e spartiti, ma soprattutto persone, emozioni e caratteri diversi. Le relazioni e i rapporti umani all’interno della Fanfara sono fondamentali e spesso rappresentano la chiave per il successo di ogni attività, sia dal punto di vista artistico che organizzativo: non si suona bene insieme se non si ’funziona’ bene anche come gruppo. Il Maestro, in questo senso, ha un ruolo delicato, ma centrale: deve essere guida musicale, certo, ma anche punto di riferimento umano, capace di valorizzare ogni singolo elemento e di tenere unito il gruppo. Sono profondamente onorato e grato di dirigere un gruppo di musicisti straordinariamente coeso come il nostro, che definisco anime che parlano attraverso le note e che in ogni occasione con la loro professionalità danno lustro alla Forza Armata".
Maria Cristina Sabatini