Cinghiali a La Spezia, giallo sulla morte di un cucciolo: "È deceduto da tempo"

Gli ambientalisti che presidiano il parco hanno trovato l'animale morto. Ma per i veterinari qualcosa non torna: il cucciolo è di dimensioni differenti dagli altri e la carcassa era in una posizione "anomala"

Cinghiali nel parco della Maggiolina a La Spezia (Foto Frascatore)

Cinghiali nel parco della Maggiolina a La Spezia (Foto Frascatore)

La Spezia, 13 agosto 2022 - Prosegue la vicenda dei cinghiali a La Spezia. Uno dei sei cuccioli rinchiusi da giorni con due scrofe all'interno del parco della Maggiolina è morto. Ed è scattato subito il giallo sul decesso dell'animale. L'allarme della morte del cucciolo di cinghiale è stato dato nella mattina di sabato 13 agosto dagli animalisti che presidiano il parco da quando martedì scorso, la famigliola di cinghiali è comparsa nel parco. Ma secondo i veterinari della sanità animale dell'Asl che hanno prelevato la carcassa, qualcosa non torna: il cucciolo di cinghiale morto è di dimensioni differenti rispetto agli altri, l'animale pare essere deceduto da tempo e la posizione in cui è stato trovato è "anomala". In più sarebbe stato trovato rotto e aperto uno dei lucchetti posti sul cancello del parco. Indagini in corso, sul posto anche il nucleo Forestale dei carabinieri. 

Da giorni il gruppo di ambientalisti sta combattendo affinché i cinghiali vengano "catturati e liberati nei boschi". Così ha scritto pochi giorni fa in una nota l'Osservatorio Savonese Animalista (Osa). Secondo l'Osservatorio "sarebbe inutile e crudele catturarli e poi ucciderli. Si tratta di animali intelligenti e sociali, che tengono memoria del trauma subito e probabilmente non torneranno più. È inoltre possibile che trasmettano ai compagni di branco un messaggio di pericolo associato alla zona di cattura. La vera soluzione dell'allontanamento degli ungulati - scrive Osa - potrebbe invece essere quella di costringere le squadre locali dei cacciatori-cinghialisti, con i propri cani debitamente a guinzaglio, a sorvegliare periodicamente gli alvei dei torrenti e spingere i branchi verso i boschi, rendendo quindi le periferie cittadine inavvicinabili ai selvatici". Osa invita infine gli animalisti spezzini alla massima sorveglianza: "Spesso, fino ad oggi, gli animali catturati con gabbie e non fucilati sul posto vengono affidati ad aziende di macellazione - conclude - o, peggio, a campi di addestramento per cani da cinghiale".