L’area verde chiusa per i cinghiali, vani per ora i tentativi di cattura

In mattinata blindata, per motivi di sicurezza, la sezione della Maggiolina a lato della Questura. Nel pomeriggio l’ordinanza del sindaco contro l’abbattimento, con corredo di varie prescrizioni

Questa volta i cinghiali sono arrivati là dove giocano e scorrazzano i bambini sotto lo sguardo premuroso di genitori e nonni: il il Parco 25 aprile, ex Maggiolina, nelle sue due articolazioni, davanti e a lato del palazzo della Questura che si affaccia su viale Italia. Famigliole di ungulati – genitori con cuccioli al seguito – sono state avvistate in entrambe le aree verdi ieri mattina presto. Poi gli animali – otto secondo alcuni testimoni – si sono aggregati e hanno ’occupato’ il parco a lato della Questura. La conseguenza è stata l’interdizione dello stesso dettata da motivi di sicurezza. A chiudere i cancelli è intervenuta la polizia municipale. E così i cinghiali, bersagliati dai click dei cellulari, sono diventati un’attrazione per chi percorreva le strade al di là della recinzione. Ciò in parallelo all’espressione di aspettative divergenti: "Sarebbero da eliminare, prima o poi fanno dei seri danni seri in città. Devono capire che il loro posto è il bosco..." da una parte. "Povere creature, vengono in cerca di cibo e acqua a motivo dei boschi in siccità: vanno salvaguardati" il leit motiv dall’altra. Nel frattempo scendevano in campo, per competenza, gli agenti del nucleo regionale di vigilanza faunistico ambientale. "Posizioneremo una gabbia per provvedere alla cattura in vista del successivo abbattimento e smaltimento delle carcasse in centri dedicati" diceva una fonte operativa, mentre in parallelo fonti dei carabinieri annunciavano che il fine delle operazioni era quello di catturarli e "liberarli in area sicura"; con ciò raccogliendo il plauso del mondo ambientalista.

Una sua esponente, Arianna Bertano, ha interessato al caso l’assessore Lorenzo Brogi e poi il consigliere comunale Matteo Basso, sollecitando un’ordinanza sindacale anti abbattimento. La stessa, seppur con riguardo non al caso specifico ma alla problematica generale degli avvistamenti dei cinghiali nei centri abitati, si è materializzata attorno alle 17 quando ancora gli ungulati vaganti alla Maggiolina non erano stati catturati, nonostante montagnole di pane allocate in fregio alla gabbia per richiamarli.

L’ordinanza, con richiami a numerose norme e un argomentare in stretto burocratese, incarica "gli agenti del nucleo regionale di vigilanza faunistico-ambientale, nonché gli altri soggetti che, in base alla normativa vigente, possano essere coinvolti, di rimuovere gli esemplari di Sus scrofa adusi a frequentare le aree urbane in cerca di cibo, con i metodi ritenuti di volta in volta più efficaci, escluso l’abbattimento, in relazione alle circostanze, avuto riguardo all’esigenza prioritaria di garantire l’incolumità delle persone, compresa quella degli stessi addetti alle operazioni, nonché l’integrità delle cose".

Dunque, altolà agli abbattimenti, se non i casi estremi quando è in gioco l’incolumità delle persone, compresi gli stessi operatori proposti alle catture ed esposti alle reazioni degli animali e per questo propensi a procedere con preventiva sedazione. Intanto il Parco resta chiuso, le operazioni di cattura sono state rinviate ad oggi e si impongono gli ordini del sindaco: "E’ fatto divieto a chiunque di fornire alimenti e scarti alimentari agli animali selvatici, in particolar modo ai cinghiali. Tutti gli abitanti e proprietari di terreni prospicienti le strade del Comune della Spezia sono tenuti a mantenere puliti e sgomberi i terreni stessi dalla vegetazione infestante, allo scopo di prevenire il crearsi di condizioni ecologiche favorevoli alla penetrazione e all’ambientamento dei cinghiali".

Corrado Ricci