
Presto il cantiere del biodigestore
Santo Stefano Magra (La Spezia), 15 febbraio 2024 – Alla fine del mese si aprirà il cantiere. La strada è ormai ben tracciata, soprattutto dopo aver superato l’ultimo ostacolo rappresentato dal Tar del Lazio al quale si era rivolto il Comune di Santo Stefano Magra dopo che il ministero aveva stanziato un finanziamento del Pnrr per la realizzazione del Biodigestore.
Ci sono in ballo 40 milioni di euro oltre a quelli già previsti da Re.Cos che si occuperà della realizzazione dell’impianto anaerobico del trattamento dei rifiuti a Saliceti e per questo occorre andare veloci per non compremettere il contributo già erogato. La zona cuscinetto tra i Comuni di Vezzano Ligure e Santo Stefano Magra dove il tempo si è fermato e lo scenario è fatto di case abbandonate, l’unico ristorante chiuso e tutto ciò che era ancora possibile acquistare è nel frattempo finito nelle proprietà della società proponente.
Il progetto contestato dall’azione popolare dal maggio 2018, come mai nessun altro almeno in Val di Magra, contrassegnato da manifestazioni di protesta in strada, ricorsi al Tar e Consiglio di Stato tra poche settimane vedrà dunque l’avvio della progettazione. Tutti i giudizi sono favorevoli al progetto che dovrebbe portare al risultato inseguito da Regione Liguria: ovvero ridurre sensibilmente i costi del conferimento delle Forsu in altre zone. Alla fine di febbraio dunque, dopo oltre due anni dal sit-in di protesta dei Comitati organizzato proprio davanti alla zona interessata al mega progetto lo scenario rimasto inalterato inizierà a prendere forma nel rispetto del cronoprogramma che prevede la fine dei lavori entro dicembre 2025 e l’avvio operativo nei primi mesi del 2026.
I comitati ambientali No Biodigestore, Italia Nostra, Cittadinanzattiva; Acqua Bene Comune non si arrendono e proprio nei giorni scorsi hanno rivisto una lama di luce nel buio che sembrava essere sceso dopo i pronunciamenti dei Tribunali. La speranza è rappresentata da Anac che vigila sugli appalti che ha aperto una istruttoria sui termini della gara di appalto e finanziamento del Pnrr. Partendo proprio dalla gara europea del 2016 che aveva per oggetto un impianto biodigestore da realizzarsi a Boscalino (nel Comune di Arcola) di 26 mila tonnellate e non a Saliceti di ben 90 mila tonnellate. Situazione che proprio i Comitati ambientali avevano evidenziato e posto all’attenzione dell’autorità anti corruzione.
Inoltre potrebbe pesare l’indicazione fornita dal piano regionale dei rifiuti della Liguria che individua l’impianto di Saliceti come impianto minimo per soddisfare un bacino d’utenza che va da Santa Margherita Ligure a Luni, idoneo quindi a smaltire 60 mila tonnellate di rifiuti organici e di verde che soddisferebbe metà Liguria.