
La settantenne pensionata di Castelnuovo Magra è stata uccisa a colpi di roncola nella sua abitazione. Nessuna ombra sulla sua vita privata e neppure episodi che potessero far pensare a una vendetta .
CASTELNUOVO MAGRA
Una giornata fredda e grigia nonostante la primavera ormai alle porte. Giovedì 14 marzo 2013 il paese di Castelnuovo Magra ripiomba nella tragedia, riassapora le lacrime della ferita mai rimarginata dell’omicidio di Andrea Giacomelli avvenuto il 30 dicembre 2010. In una casetta a bordo strada a pochi passi dalla trafficatissima Aurelia si è consumato un crimine orrendo rimasto ancora irrisolto. Il delitto perfetto. L’assassino di Marisa Morchi, pensionata 77 anni, è ancora libero. O forse avrà portato via per sempre il mistero. Chi ha ucciso Marisa sarà stato un coetaneo? Un amante respinto? Uno semplice squilibrato? Tante le ipotesi e le piste battute ma a nulla sono valse le indagini estese in tutta Italia, gli appelli lanciati dalla figlia Marina e l’interessamento delle televisioni nazionali. Un caso non soltanto macabro ma ingarbugliato e cerebrale reso ancor più suggestivo e inquietante da una serie di dettagli. Quello più clamoroso che si lega perfettamente alla filosofia del noir: il ritorno sul luogo del delitto. Nella notte tra sabato e domenica a poche ore dall’omicidio la casa della donna infatti è stata visitata da qualcuno che violando i sigilli posti dai carabinieri e rischiando davvero grosso è tornato nella stanza dell’orrore. Perchè? Cosa cercava? Interrogativi che ancora sono macigni sulla famiglia molto conosciuta in paese della vittima e degli inquirenti che hanno seguito la vicenda. Marisa Morchi, vedova da anni, era da poco rientrata a casa in biciletta dopo aver fatto la spesa. Come ogni giorno avrebbe preparato il pranzo per la figlia Marina dipendente dell’ufficio demografico del Comune di Castelnuovo Magra, che di ritorno dal lavoro lo avrebbe ritirato per poi proseguire il cammino verso casa. Distante qualche centinaio di metri. La figlia arriva puntualmente intorno alle 13.30 e spalanca la porta sull’orrore ritrovandosi scaraventata in un incubo che non la abbandonerà mai. A terra trova la mamma, coperta di sangue e con una mano letteralmente mozzata nel tentativo di ripararsi dai colpi inferti con una lama forse una roncola che la donna aveva acquistato pochi giorni prima per utilizzarla nel giardino e orto dietro casa. Altri fendenti, quattro, la raggiungono alla testa provocandole la morte. La figlia lancia l’allarme e la tranquilla zona a due passi dalla campaga si trasforma in un via vai di lampeggianti e tute bianche dei carabinieri coadiuvati nelle indagini dal nucleo specializzato del Ris di Parma. Perchè Marisa Morchi è stata uccisa? Un dubbio mai risolto. In casa non è stato rubato nulla, neppure i gioielli a portata di mano. Ma sul cadavere l’assassino ha lasciato alcune caramelle e una vecchia fotografia che ritrae la donna bambina. Elementi che per settimane vengono analizzati da criminologi e esperti ma che alla fine non portano a nulla. Due sere dopo l’altro episodio inquietante. Qualcuno rompe i sigilli apposti dai carabinieri e fa irruzione nella casetta su un piano a bordo strada. Sarà stato l’assassino oppure qualche curioso amante delle emozioni forti? Altro mistero mai risolto. Per settimane e mesi il paese passa dalla caserma dei carabinieri. Vengono ascoltati ovviamente i famigliari, nipoti, vicini di casa e tutte le persone che in qualche modo hanno avuto contatti diretti con la vittima. Nessuno però ha visto nulla ma soprattutto il colpevole non è mai stato trovato. Anni dopo e intercettazioni telefoniche che portarono all’arresto di una banda di rom sembrava potessero indicare un punto di svolta. Invece nulla. L’assassino s è volatilizzato nel nulla.
Massimo Merluzzi