ALMA MARTINA POGGI
Cronaca

Cultura da ripensare. La ricetta del Pd: "Più partecipazione e spazi aperti a tutti"

La proposta lanciata nella conferenza programmatica alla Mediateca. Dito puntato sulle scelte attuate dall’amministrazione comunale. "La città è viva non soltanto se ha ristoranti ed è piena di turisti". .

Giorgio Pagano

Giorgio Pagano

Studio e partecipazione democratica le parole chiave al centro della conferenza programmatica del Pd alla Mediateca regionale ‘Fregoso’. Un dibattito aperto introdotto da Alfonso Maria Iacono, professore di storia della filofsofia all’università di Pisa e da Luca Basile, responsabile alla cultura della segreteria regionale Pd. Fra i 26 intervenuti, Luca Comiti (segretario provinciale Cgil) e Giorgio Pagano, presidente dell’associazione Mediterraneo e già sindaco di Spezia; conclusioni affidate a Carola Baruzzo e ad Andrea Orlando, rispettivamente consigliera regionale Pd e membro della direzione nazionale Pd. "Si sono ormai dispersi – esordisce Luca Basile – i meccanismi di partecipazione democratica: la sfida della sinistra sta nell’aver un disegno o modello alternativi di politica culturale". Due le parole chiave del documento che è stato redatto: "Dobbiamo rimettere al centro studio e conoscenza da una parte e partecipazione come coinvolgimento civile dall’altra". Per Basile è necessario riaprire luoghi di residenza artistica in grado di collaborare con gli strumenti già attivi.

Una politica culturale diffusa e partecipata da cui partire per Luca Comiti se si vuole una società più democratica, giusta e inclusiva: "La cultura non è un optional ma un diritto, serve a ridurre le disuguaglianze. C’è bisogno di ricostruire il legame profondo tra cultura e mondo del lavoro, condizione artistica e popolare, tra arte e comunità. La cultura non deve essere proprietà esclusiva di chi ha più mezzi, ma possibilità per tutti di esprimersi". La cultura della città è parte integrante del suo futuro per Giorgio Pagano che parla di creazione dell’intelligenza collettiva quale chiave per tutte le azioni di governo: "Vorrei dirlo anche al sindaco: la partecipazione non va intesa come una risposta ai bisogni della maggioranza, ma è la ricerca del pensiero divergente per trovare dei metodi di costruzione di visioni collettive in grado di rappresentare anche le minoranze. A Spezia serve un assessorato alla partecipazione, un ufficio della partecipazione e mancano forum: tutto va ripensato. A Spezia meno di un cittadino su due partecipa a iniziative culturali perché si autoesclude o perché è escluso e questo è molto grave. Dobbiamo favorire l’ accesso alla cultura anche per i giovani che ne sono lontani".

La proposta comune è quella di una petizione in contemporanea ad un evento alternativo, in uno spazio non pubblico, per dimostrare finalmente che a Spezia la cultura può essere anche altro. "Raccogliamo stimoli e suggestioni – dice Carola Baruzzo – primo passo per mantenere un dialogo nel quale non devono mancare anche le nuove generazioni. E’ necessario costruire un modello alternativo, uscendo dal concetto che una città è viva solo se ha ristoranti e turisti, perché lo è solo se la cultura diventa parte integrante del welfare". Notazioni critiche da parte di Andrea Orlando che evidenzia la fase di crisi anche a seguito delle elezioni di Genova: "Questa discussione deve mirare a creare una piattaforma in vista della costruzione di un’alternativa. Bisogna ricordare che tutto è comunque frutto di una situazione pregressa, così come si deve tener conto di ciò che è stato fatto sino a qui per creare una piattaforma politica che parta dalla dimensione culturale per farla diventare non più privilegio ma diritto. Va bene la petizione ma è necessario fare qualcosa che anticipi una stagione nuova".

Alma Martina Poggi