
Da sinistra, Andrea Orlando ed Egidio Banti
’Partecipazione democratica e politica culturale alla Spezia’. È il titolo del convegno in programma domani a partire dalle 15, negli spazi della Mediateca regionale ’Fregoso’ di via Firenze. Un momento di riflessione, sul nodo dell’offerta culturale e delle strategie utili al rilancio del tessuto associativo locale, promosso dal Partito democratico. L’introduzione sarà affidata ad Alfonso Maria Iacono, professore di storia della filosofia all’università di Pisa, e a Luca Basile, responsabile cultura della segreteria regionale Pd. Seguiranno interventi di: Egidio Banti (insegnante), Elda Belsito (critica d’arte e insegnante), Viola Bertini (docente di architettura alla Sapienza di Roma), Massimo Biava (gallerista), Mara Borzone (critica d’arte), Saul Carassale (tecnico audiovisivo), Nicola Carozza (docente Issr), Luca Comiti (segretario provinciale Cgil), Valerio Paolo Cremolini (critico d’arte), Giorgio Di Sacco (circolo Pertini), Giordano Giannini (critico cinematografico), Carlo Marletti (docente di filosofia all’università di Pisa), Beppe Mecconi (artista), Andrea Montefiori (consigliere comunale Pd), Mattia Lapperier (critico d’arte), Stefania Novelli (presidente provinciale Arci), Giorgio Pagano (presidente associazione ’Mediterraneo’), Luisa Rossi (docente di geografia fisica all’università di Parma), Gian Paolo Ragnoli (poeta), Giovanna Riu (critica d’arte), Antonio Zollino (docente di storia della letteratura alla Cattolica di Milano). A tirare le conclusioni, saranno, infine, Carola Baruzzo, consigliera regionale, e Andrea Orlando, membro della direzione nazionale Pd.
I temi sotto i riflettori sono stati sintetizzati in una bozza di documento che si apre con una critica esplicita e argomentata alla politica culturale dell’amministrazione guidata da Pierluigi Peracchini. "In questi anni – si legge nel testo – l’offerta culturale spezzina è apparsa come un insieme di ’contenitori vuoti’, la cui gestione è stata, via via, assegnata al ruolo dei privati. Alla privatizzazione strisciante, compiuta dando in affido esterno le principali strutture, ha fatto riscontro una totale assenza di programmazione pubblica". La rivoluzione copernicana proposta va oltre la nostalgia della stagione del centrosinistra.
"La sfida – recita infatti il documento – è quella di riprendere e rilanciare un’idea di politica culturale alternativa all’appiattimento sul mero consumo e sull’intrattenimento. Si tratta di rimettere al centro e di intrecciare due parole chiave – studio e partecipazione democratica –, andando oltre il mero appagamento emotivo e realizzando processi di socializzazione diffusi sul territorio, ascoltando e recependo le esigenze di artisti e operatori". Gli esempi concreti sono diversi: del Camec si critica l’affidamento della gestione "a un ristrettissimo comitato tecnico", senza "alcuna rappresentanza del territorio diffuso e delle realtà associazionistiche", e si suggerisce il "rafforzamento del profilo di pinacoteca civica"; per l’Allende – per il quale "si è toccato il vertice della scelta di liquidazione-esternalizzazione del patrimonio" – si propone di tornare all’impianto originario, "senza modificare l’animazione estiva, ma prevedendo, sia in inverno che in estate, cicli di appositi appuntamenti culturali"; si parla di un recupero del Dialma Ruggiero nella sua funzione di "casa delle associazioni"; e infine si ragiona sulla possibilità di valorizzare la Mediateca – oggi "contenitore privo di attività proprie" – come sede ideale per ospirare "cicli di proiezioni, mostre, convegni e cineforum sui temi del cinema d’autore, della documentaristica, della sperimentazione audiovisiva, della fotografia e della valorizzazione dei fondi Taddei e Fregoso".