
Un'immagine del Parco acquatico Splash di Rivabella
La Spezia, 22 luglio 2025 – È appesa a un filo la vita del bambino di sette anni trovato domenica mattina privo di sensi in una piscina dell’Acquapark di Gallipoli, in provincia di Lecce. Un dramma enorme, quello che ha colpito una famiglia pugliese, originaria di Depressa, frazione di Tricase, ma da anni residente alla Spezia per motivi di lavoro, che da qualche giorno era tornata al paese per trascorrere le vacanze. Le condizioni del bambino domenica erano apparse sin da subito gravissime, ma ieri sono ulteriormente peggiorate: è ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale Sacro Cuore di Gesù, dove è tenuto in vita dalle macchine. Già in mattinata, l’Asl leccese aveva diramato una nota definendo “critiche e stabili” le condizioni del piccolo, le cui funzioni vitali sono “assicurate dal ricorso a farmaci e macchinari”. Il bambino è stato sottoposto sempre nella giornata di ieri a un’altra Tac per verificare eventuali danni cerebrali provocati dalla prolungata permanenza in acqua. Sul dramma, la Procura di Lecce ha aperto un fascicolo di indagine, al momento senza indagati, per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti e valutare eventuali responsabilità su quanto accaduto. Secondo una prima ricostruzione, il bimbo sarebbe finito nella piscina più grande del parco acquatico, nel punto in cui l’acqua è più alta; ad accorgersi di lui, quando ormai era privo di sensi, sarebbe stato il padre che ha dato l’allarme, con il piccolo estratto dall’acqua dai bagnini, già privo di sensi e rianimato a lungo prima di essere trasportato in codice rosso in ospedale, dove i medici hanno continuato le manovre di rianimazione cardiorespiratoria che hanno consentito la ripresa dell’attività cardiaca. Gli accertamenti sul campo per capire cosa sia accaduto nel parco acquatico situato lungo la litoranea di Santa Maria al Bagno, sono portati avanti dalla polizia del commissariato di Gallipoli, che avrebbero già raccolto alcune testimonianze nel tentativo di ricostruire i minuti prima dell’accaduto. Difficile al momento capire cosa sia effettivamente successo, anche perché la struttura nel punto in cui si è consumata la tragedia sarebbe priva di telecamere di videosorveglianza. Resta da chiarire, per esempio, se si sia tuffato in acqua volontariamente o se sia scivolato in modo accidentale. Proprio un anno fa, una bimba di 5 anni era deceduta al San Martino di Genova per le conseguenze di un annegamento avvenuto in una piscina di Sesta Godano, nello Spezzino: per quella tragedia, la Procura ha chiesto il processo per il bagnino e quattro educatrici del centro estivo frequentato dalla piccola.