
Depositato uno studio di fattibilità per farla tornare agibile totalmente
TALAMONE
Possibili soluzioni strutturali per la sistemazione definitiva della spiaggetta del Cannone a Talamone. Un luogo tanto amato da turisti e residenti nel borgo garibaldino, soprattutto perché unico accesso libero in un mare blu che non ha niente da invidiare alle località più blasonate. Il Comune di Orbetello, infatti, ha redatto uno studio di fattibilità proponendo una serie di soluzioni che, se messe in atto, potrebbero restituire quei metri persi a causa della frana e delle conseguenti misure di sicurezza. Al momento infatti, nella disponibilità dei bagnanti ci sono solamente una decina di metri di costa. La proposta, riguardante il settore della protezione civile cui fanno capo le emergenze come quella dovuta al maltempo dello scorso febbraio che ha causato la frana al Cannone, prevede un intervento di circa 1,8 milioni di euro che, se lo augurano tutti, dovrebbe essere finanziato dalla Regione Toscana per dare nuovamente vita al Cannone. Lo studio, redatto dagli uffici comunali con la collaborazione del geologo Massimo Fanti di Studio Hera, prevede quattro serie di interventi molto importanti con cui si potrebbe mettere in sicurezza la spiaggia e forse anche una parte delle mura del paese di Talamone. Il primo sarebbe una gabbionatura a pelo d’acqua, dove era il vecchio muretto che delimitava la spiaggetta, cha appunto prevede una serie di gabbie contenenti massi posizionate dalla diga del porto fino al Faro, in modo da smorzare la forza del moto ondoso e sostenere le mura. Il secondo costituito dall’imbracatura con reti metalliche delle zone terrose soggette alle frane, un po’ come fatto in passato, onde evitare cadute ulteriori detriti sulla spiaggia e tra i bagnanti. Altro passaggio fondamentale dell’intervento sarebbe quello dello "sganciamento" dalla parete di costa che domina le Mura di quei massi che potrebbero in qualche modo costituire un pericolo, per una loro eventuale caduta, la quale potrebbe essere anche limitata o addirittura eliminata da un terzo gruppo di interventi, ossia quello composto da una serie di opere di regimazione meteoriche, mirate a controllare lo scorrimento eccessivo o la caduta delle acque piovane anche in caso di eventi straordinari come quello di febbraio. Ed infine, una idea innovativa che potrebbe mettere in sicurezza anche le Mura e la parte sud del borgo talamonese, ossia la costituzione di palizzate infisse nel terreno, e ben ancorate con opere cementizie la cui localizzazione dovrà essere oggetto di studio ulteriore, con la possibilità che le stesse vengano inserite proprio sotto la strada che conduce al Faro.
Sabino Zuppa