
La Cgil critica le norme del decreto sulla continuità e sostiene che i circa 800 docenti precari vedono addensarsi all’orizzonte una situazione sempre di maggiore incertezza
Una situazione davvero paradossale, che va a danno di docenti e famiglie. A denunciarlo è la Flc Cgil Grosseto dopo l’applicazione del decreto che riguarda le riconferme dei docenti di sostegno. Il 29 agosto, è stato pubblicato l’atteso "turno 0", che contiene 185 nomine di insegnanti di sostegno per i quali le famiglie avevano chiesto ed ottenuto la riconferma anche per il prossimo anno scolastico. E’ dunque certificato che, oltre al problema con i docenti di sostegno, sono circa 800 i docenti precari della provincia di Grosseto. "Un numero enorme, impensabile in quella che vogliamo chiamare società civile – inizia Alessandra Vegni, segretaria generale Flc Cgil Grosseto – e adesso cominceranno le nomine degli Ata".
Nonostante nelle graduatorie siano presenti centinaia di insegnanti con titolo di specializzazione sul sostegno, la norma ha consentito alle famiglie di riconfermare anche insegnanti non specializzati, sacrificando la qualità della didattica. In provincia di Grosseto l’ammontare del fabbisogno delle cattedre per il sostegno, aggregando scuola dell’infanzia, primaria e le secondarie, è di 473. Si parla di posti di lavoro full time, a questi vanno aggiunti i 41 aggiuntivi spezzoni di orario da coprire. I numeri parlano chiaro: nell’Infanzia, su un fabbisogno di 46 cattedre + 8 spezzoni orario, ci sono 22 docenti specializzati; un docente specializzato riconfermato, mentre 14 docenti scelti da (54) famiglie hanno preferito riconfermare un docente non specializzato. Nella Primaria ci sono 155 cattedre + 19 spezzoni, 78 docenti specializzati; 3 specializzati non riconfermati, 61 non specializzati, preferiti da 174 famiglie. Alle Medie 104 cattedre + 8 spezzoni, 90 specializzati,19 specializzati riconfermati, 21 non specializzati scelti da (112) famiglie. Infine alle Superiori: 168 cattedre + 6 spezzoni, a fronte di 226 specializzati, 14 non specializzati scelti dalle famiglie. Rinunciando a priori alla certezza di un docente specializzato visto che per 174 posti disponibili ci sono in graduatoria 226 docenti specializzati.
"A Grosseto – dichiara Alessandra Vegni – avevamo la possibilità di coprire quasi interamente il fabbisogno di docenti di sostegno con personale specializzato. I loro sacrifici per le specializzazioni sarebbero stati ripagati. Invece, con questo decreto, molti insegnanti preparati sono stati scavalcati da colleghi non formati, con un danno evidente per gli studenti e per le famiglie". In questa storia però tutti sono vittime. "Ha vinto solo la propaganda che ha voluto far vedere come soluzione un decreto salva-continuità, una brutta pezza che non servirà a coprire lo strappo/voragine della scuola che è la precarietà. Una precarietà che dai docenti agli Ata coinvolge tutta la scuola e non permette un progetto formativo a lungo termine, ma solo insufficienti manovre di continua ricerca di assestamento e continua insicurezza".