Grosseto, 11 maggio 2023 – “In una logica di dignità istituzionale, corre l'obbligo di dare seguito a quanto già annunciato. In questo senso ho dovuto mio malgrado presentare querela alle autorità giudiziarie per quanto avvenuto nelle giornate del 20 marzo e del 25 aprile scorso”. Con queste parole il sindaco di Grosseto Antofrancesco Vivarelli Colonna annuncia di aver presentato una querela alla procura di Grosseto.
“La presentazione della querela deve assumere - dice Vivarelli Colonna - una valenza di difesa istituzionale nella considerazione del fatto che le manifestazioni autorizzate debbono svolgersi nell'ambito di quanto previsto, cosa non avvenuta nel corso della celebrazioni delle due commemorazioni. Esiste infatti un principio di libertà che deve essere garantito a quanti partecipano alla manifestazione stessa, a quanti vogliono ascoltare e a quanti si trovino a subire, loro malgrado, situazioni incresciose e come tali da condannare. In questa logica, non si possono tollerare manifestazioni abusive o derivazioni delle stesse non autorizzate. Ogni sindaco ha il dovere di mantenere l'ordine pubblico e garantire il normale svolgimento di una celebrazione commemorativa e pubblica".
Secondo il primo cittadino «il diritto di critica è tollerabile, ma ciò che non lo è, è l'andare oltre e trasformare, come fatto da una parte dell'Anpi, un'opinione dissenziente in atti e fatti lesivi della dignità istituzionale e della persona - ha aggiunto -. Il volantinaggio non autorizzato, tentativo di interruzione dell'amplificazione audio nell'ambito del discorso commemorativo del sindaco, offese, ingiurie, il voltare le spalle e cantare 'Bella ciao’ al fine di non consentire lo svolgimento della celebrazione, impedendo al sindaco stesso il normale esercizio delle proprie funzioni istituzionali”.
Il sindaco, assistito dal suo legale di fiducia Andrea Vasellini, chiede al procuratore della Repubblica di Grosseto "di esaminare gli atti rappresentati nella querela e valutare se esistano elementi sufficienti per procedere penalmente nei confronti dei soggetti ritratti in foto e video e di tutti coloro che, all'esito delle indagini, risulterebbero responsabili dei reati di diffamazione aggravata, tentativo di violenza privata e organizzazione di una contromanifestazione abusiva”.