LUCA MANTIGLIONI
Cronaca

Un ‘angelo’ chiamato Pegaso 2. Quei soccorsi ‘impossibili’ nelle mani di piloti da manuale

Lo straordinario atterraggio su uno scoglio dell’eliambulanza esalta la preparazione dei comandanti di ’Avincis’ e anche dell’intero equipaggio sanitario della Asl e quello tecnico

Roberto Noceto (alla guida di Pegaso 2 nell’intervento) e Alessandro Valduga

Roberto Noceto (alla guida di Pegaso 2 nell’intervento) e Alessandro Valduga

Grosseto, 22 maggio 2025 – C’è un briefing quotidiano per ’studiare’ il bollettino meteo della giornata e ripassare le procedure standard. Poi c’è anche il briefing post intervento che serve ad analizzare ciò che è stato fatto e come è stato fatto, se ogni azione è stata compiuta nel modo migliore possibile o se ci si è resi conto che si può perfezionare qualcosa. Nel mezzo, però, c’è tanto lavoro e anche complesso. E’ un puzzle dove ogni elemento deve essere sincronizzato con gli altri e dove ogni azione deve essere funzionale a due cose, imprescindibili: garantire la maggiore tempestività possibile del soccorso e farlo in modo da garantire l’assoluta sicurezza di tutti. Anche – e forse soprattutto – quando si è chiamati ad operazioni in ambienti o condizioni ’ostili’.

E l’equipaggio di ’Pegaso 2’ che domenica scorsa è volato fino all’Isola d’Elba per soccorrere il turista straniero di 60 anni colto da malore tutto ha trovato ad attenderlo tranne che le condizioni di ’welcome’, perché scoprire che il turista era sdraiato su uno scoglio e lì aspettava di essere aiutato non è esattamente la condizione che agevola il compito dei soccorritori. E allora la linea di confine fra le cose che hanno funzionato o meno la traccia la professionalità, l’esperienza, la competenza e anche la capacità di prendere decisioni anche molto importanti in frazioni di secondo. Ed è questa la ’filiera’ sulla quale si è costruito l’intervento da manuale di domenica scorsa. Anche se ’da manuale’, spiega il comandante Roberto Noceto, pilota della compagnia ’Avincis’ che era alla guida di ’Pegaso 2’, c’è solo – appunto – la teoria.

“Ogni intervento ha la propria peculiarità e non dobbiamo partire mai pensando che tutto andrà per come lo abbiamo pianificato, per quanto possa essere dettagliata la fase di programmazione – dice Noceto –. Molte valutazioni possono essere fatte solo sul momento, quando hai consapevolezza delle reali condizioni in cui sei chiamato a intervenire. Mi riferisco ad esempio al meteo (in particolar modo vento e visibilità), alla morfologia o alla tipologia del terreno su cui dobbiamo atterrare. Non esiste una missione standard, esiste invece la necessità di dover essere in grado di avere piani alternativi riadattando il metodo alle esigenze concrete. E, ovviamente, con scelte che tutelino la sicurezza”.

E sulla sicurezza la compagnia ’Avincis’ ha posto una condizione imprescindibile prevedendo protocolli di addestramento assai rigidi affiancati dall’utilizzo di tecnologie all’avanguardia e importanti investimenti nel settore dell’innovazione. Oltre, ovviamente, a continui aggiornamenti sulla formazione dei piloti: “Ogni sei mesi – spiega Noceto – dobbiamo sostenere test per confermare gli alti standard richiesti dalla nostra compagnia”.

Con 34 basi in Italia di elisoccorso e una flotta di 46 elicotteri (con 6 diversi tipi di velivoli), ’Avincis’ è la compagnia leader in questo settore e a Grosseto, base di ’Pegaso 2’, è presente con un organico di sei comandanti e altrettanti copiloti.

“L’elisoccorso – spiega ancora il comandante – garantisce quella tempestività di intervento fondamentale per salvare una vita. Poi in questo particolare servizio è altrettanto indispensabile la capacità di fare squadra, di avere un team affiatato e collaborativo. Per questo è molto importante il briefing successivo all’intervento, perché è lì che analizziamo nel dettaglio tutto ciò che abbiamo fatto e se ci sono margini per migliorarlo. Anche per questo Avincis ha inserito questa riunione nella procedura obbligatoria da seguire”.

E altro pilastro del servizio è la stretta collaborazione con la Asl e con tutto il personale sanitario e tecnico formato per salire su ’Pegaso 2’, elicottero abilitato per portare sacche di sangue a bordo. “Anche questo ci consente di salvare vite – dice un medico –. Ma per avere sangue disponibile c’è un gran bisogno di donatori. Noi siamo sempre al servizio dei cittadini, ai cittadini chiediamo di aiutarci ad aiutare”.