LISA CIARDI
Cronaca

Maremma sotto i riflettori. Con il Festival Agrofutura visite guidate ad Alberese

Il 21 luglio nella tenuta l’evento promosso da La Nazione e Regione Toscana. Un viaggio per conoscere imprese, protagonisti, filiere, eccellenze e mercati.

Il 21 luglio nella tenuta l’evento promosso da La Nazione e Regione Toscana. Un viaggio per conoscere imprese, protagonisti, filiere, eccellenze e mercati.

Il 21 luglio nella tenuta l’evento promosso da La Nazione e Regione Toscana. Un viaggio per conoscere imprese, protagonisti, filiere, eccellenze e mercati.

di Lisa CiardiGROSSETONon solo momenti di confronto, dibattito e approfondimento, ma anche una serie di visite guidate alla scoperta della Tenuta di Alberese. Agrofutura prevede anche questa possibilità, offrendo 20 posti (durata un’ora circa), fino a esaurimento delle prenotazioni. L’iniziativa (gratuita) si svolgerà sempre nella giornata del 21 luglio (ore 16-16.30), con ritrovo al parcheggio degli uffici della Tenuta di Alberese in Strada del Mare 25, in località Spergolaia. Sarà l’occasione per esplorare i terreni della tenuta, ma anche gli animali che ospita: questi, circa 450, si trovano nei pascoli bradi lontano dal centro aziendale, ma sarà comunque possibile avere una piccola dimostrazione di "sbrancamento" da parte dei butteri a cavallo. Ai partecipanti verranno quindi illustrate dal personale della tenuta le peculiarità della razza maremmana e le modalità di gestione dell’allevamento brado nei diversi periodi dell’anno. Sarà possibile vedere la selleria, luogo da cui quotidianamente partono i butteri per il loro giro di gestione degli animali. Per prenotazioni inquadrare il Qr Code in questa pagina che metterà in collegamento con la pagina web utile per assicurarsi questa esperienza (fino a esaurimento posti disponibili). I presenti potranno quindi assistere ai lavori del Festival di Agrofutura (ore 18) e partecipare al cocktail finale.

La tenuta di Alberese, nel cuore del Parco Regionale della Maremma, è una delle più grandi aziende agricole italiane in un’area a protetta. Occupa un territorio di circa 4mila ettari, fra pinete, boschi, macchia mediterranea, dune, pascoli e coltivi. Ambienti diversi nei quali l’azienda svolge le sue attività, nel rispetto della natura attraverso l’agricoltura e l’allevamento con metodo biologico. Il bestiame, una mandria di vacche e cavalli maremmani, viene allevato tutto l’anno allo stato brado e governato da butteri a cavallo. L’attività agricola biologica è orientata alla produzione di foraggi e granelle per l’allevamento, ma anche alla valorizzazione dei frumenti autoctoni.

La storia della tenuta ebbe inizio nel Paleolitico, come testimoniano i resti rinvenuti nella grotta della Fabbrica e dello Scoglietto. Al I-II secolo d.C. appartengono i ruderi del Ponte del Diavolo, dove l’antica via Aurelia attraversava l’Ombrone.Il nome di Alberese comparve invece nell’XI secolo, quando venne fondata l’Abbazia Benedettina di Santa Maria Alborense, destinata a dominare la storia della zona per i cinquecento anni successivi. Con la crisi dell’ordine monastico, l’Abbazia decadde e la sua storia si chiuse col passaggio ai Cavalieri di Gerusalemme (poi diventati Ordine di Malta). Nel 1470 Beuccio Capacci, priore dell’ordine, fece costruire un palazzo fortificato, oggi Villa Fattoria Granducale, e, in seguito, il territorio fu amministrato dai Medici e dai Corsini, fino al 1839, quando Leopoldo II di Lorena ne decise l’acquisto. Proprio i Lorena intrapresero imponenti opere di bonifica e miglioramento. Quindi, dall’inizio del primo conflitto mondiale, l’azienda fu amministrata dal duca Pietro Lante della Rovere, fino al 1921, quando le proprietà dei Lorena, sudditi di un paese sconfitto, furono confiscate e passarono al demanio italiano. Nel 1926 Alberese venne ceduta all’Opera Nazionale Combattenti che ne rimase proprietaria per circa 50 anni. Infine passò alla Regione Toscana.Oggi è gestita da Ente Terre Regionali Toscane ed è al centro di vari progetti relativi all’agricoltura biologica e all’allevamento brado, nel pieno rispetto dell’ambiente. Protagonisti sono i bovini e i cavalli maremmani, razze autoctone allevate allo stato brado e governate dai butteri, figure simbolo dell’identità locale.