RICCARDO BRUNI
Cronaca

Lo ’Street Music Festival’. Serata con Ray Gelato e chiusura con i Neri per Caso

Oggi sul palco il sassofonista inglese insieme alla sua band: tuffo negli anni ’40 e ’50. Domani tocca al gruppo salernitano. "Le mode non le seguiamo, restiamo sempre noi".

Oggi sul palco il sassofonista inglese insieme alla sua band: tuffo negli anni ’40 e ’50. Domani tocca al gruppo salernitano. "Le mode non le seguiamo, restiamo sempre noi".

Oggi sul palco il sassofonista inglese insieme alla sua band: tuffo negli anni ’40 e ’50. Domani tocca al gruppo salernitano. "Le mode non le seguiamo, restiamo sempre noi".

In piazza della Rampa, a Manciano, arriva Ray Gelato & The Giants. Oggi il sassofonista inglese e la sua band trascineranno il pubblico in una sorta di rito collettivo all’insegna del divertimento, passando in rassegna i brani più iconici degli anni Quaranta e Cinquanta. A chiudere la quindicesima edizione del Manciano Street Music Festival saranno poi domani i Neri per Caso.

Il sestetto salernitano, gruppo vocale simbolo della musica a cappella italiana, salirà sul palco per una serata in cui ripercorrerà tre decenni di musica, vissuti tra cover raffinate, mantenendo sempre uno stile inconfondibile che ha conquistato un pubblico di tutte le età.

"Sarà una delle nostre serate tipiche – anticipa dal gruppo Pablo Caravano – con un sacco di cover di successi portate in giro da sempre, qualche canzone nuova con arrangiamenti diversi, ma di base il nostro repertorio. La gente si divertirà. La musica a cappella a volte evoca un’immagine austera, invece noi siamo sei ragazzacci che si divertono a stravolgere le canzoni". Nell’era del trionfo dell’elettronica, la naturalezza della voce punta dritta al cuore di chi ascolta. "Noi siamo una sorta di dinosauri – afferma Caravano – è come se non ci fosse mai stato lo strumento. L’unico è il microfono. Ma la musica è così, ci sono sempre stati vari generi, vari mode. Ora va questa elettronica, poi tra dieci anni magari torna la musica classica. Negli anni Settanta la disco, negli Ottanta un’altra musica in cui l’elettronica iniziava a esplodere. Noi dagli anni Novanta fino adesso non siamo mai entrati in quelle mode e abbiamo continuato a fare la nostra musica. La gente apprezza. E la cosa bella è che prima ai nostri concerti l’età media era tra i 15 e i 20 anni, adesso quella generazione porta i figli e i nonni a sentirci. Tutti si sentono coinvolti nel nostro modo di fare musica e c’è anche la curiosità di vedere ‘come fanno quel pezzo’".

Una band a due dimensioni, quella dal vivo e quella in tv. "In televisione l’unica differenza è che ci sono dei tempi molto rigidi da rispettare, ma anche lì, come con la Gialappa’s, cantiamo sempre dal vivo. Con il concerto, è chiaro, abbiamo il nostro pubblico, che ti restituisce un impatto immediato rispetto a quello che stai facendo sul palco. Vediamo la gente".

Riccardo Bruni