
"Documentava la strage di bambini. Oggi sono vicina alle madri palestinesi che hanno perso i loro figli" .
Il 13 agosto di undici anni fa, il giornalista e reporter Simone Camilli perdeva la vita a Beit Lahia, nel nord della Striscia di Gaza, mentre documentava il conflitto tra Israele e Hamas per conto dell’Associated Press. Una tragedia che colpì profondamente la comunità internazionale e, in particolare, quella di Pitigliano dove il padre di Simone, Pierluigi Camilli, giornalista Rai, ricopriva all’epoca il ruolo di sindaco. Simone morì mentre documentava la disattivazione di un ordigno inesploso. La madre di Simone ha affidato alla scrittura un lungo pensiero, che è anche un grido di denuncia contro l’indifferenza.
"Il mese di agosto segna per me e la mia famiglia uno spartiacque tra un lungo periodo di vita diciamo ‘normale’ con i suoi alti e bassi ed un’assenza inesorabile: Simone. È un’assenza che costringe a diventare osservatori man mano che le atrocità inflitte al popolo palestinese si delineano con maggiore chiarezza. Simone e la sua professione: in questi giorni ho ritrovato il coraggio di rileggere le mail che inviava a se stesso per commentare i video dei fatti di cui è stato testimone. L’estate del 2014 si è connotata, nel corso del conflitto ‘Margine Protettivo’, come strage dei bambini palestinesi soprattutto dopo la notizia di alcuni bambini dilaniati sulla spiaggia di Gaza mentre giocavano a pallone. Al fatto fece poi seguito il triste conteggio di altri 450 bambini, molti dei quali uccisi da bombe inesplose. Il calcolo delle bombe inesplose supera le 7000, numero troppo alto per parlare di cattivo funzionamento No, non si tratta di casualità. L’intento di indagare sulla strage di bambini volgendola in un atto di volontà e programmazione ha caratterizzato il suo ultimo lavoro. Partito dal Libano per Gaza, si è fermato prima a Gerusalemme per documentare in un ospedale l’ultimo episodio accaduto durante una pausa del conflitto: un bambino in fin di vita dilaniato da una bomba inesplosa al momento del lancio e finita tra le macerie in cui giocava. Come tacere questa ennesima evidenza? Tacere o denunciare, è una scelta. Oggi mi chiedo come abbia potuto la maggior parte della stampa a non evidenziare quanto è accaduto a 18.000 bambini in quasi due anni di continue nefandezze. Si è puntato troppo il dito solo sulle responsabilità e contraddizioni di Hamas edulcorando l’intento programmato della cancellazione di un popolo da parte del governo israeliano e comunque ampiamente documentata dai 300 giornalisti professionisti uccisi a Gaza. Simone mi ha aperto gli occhi e il cuore sul dolore".