
L’antica Rusel, a dieci chilometri da Grosseto, è la testimonianza più viva del passato etrusco e romano. Il direttore del Parco, Bochicchio: "Ulteriori scavi potrebbero donarci ritrovamenti davvero straordinari".
di Nicola Ciuffoletti
GROSSETO
Se si è appassionati di storia e archeologia, non è da perdere una visita alle meraviglie che la Toscana e la Maremma offrono. Un sito tra i più affascinanti è Roselle (Rusel in etrusco) una città-stato etrusca che racconta secoli di storia, conquista e rinascita. Rusel, a circa 10 chilometri da Grosseto, era una delle dodici più potenti città etrusche. Le sue mura lunghe circa 3,5 chilometri, in opera poligonale, ancora visibili, ci parlano di un passato di grande importanza. Gli scavi iniziati negli anni ’50 del secolo scorso hanno portato alla luce edifici pubblici, abitazioni, un quartiere artigianale e anche tracce di epoca romana e medievale, come le terme, il foro e le strade principali. Un vero e proprio viaggio nel tempo, tra pietre antiche e storie di un passato glorioso. La città fu costruita su un’altura ellittica che dominava la pianura di Grosseto, un tempo occupata dal Lago Prile. La sua posizione strategica, con vista sulla laguna e il mare, la rese un punto di difesa naturale e di controllo commerciale. Roselle fu conquistata dai Romani nel 294 a.C., nel I secolo d.C., la città visse un periodo di grande splendore, con edifici monumentali, terme, foro e basiliche, testimonianza di una comunità vivace e prospera. Dopo il declino dell’Impero Romano e il trasferimento della diocesi a Grosseto nel 1138, Roselle cadde in abbandono, diventando una landa di pietre e cespugli, come descriveva il diplomatico inglese George Dennis nel XIX secolo. Tuttavia, grazie agli interventi della Soprintendenza Archeologia della Toscana, oggi è possibile ammirare e studiare le sue meraviglie. Gli scavi hanno portato alla luce progressivamente una ricca sovrapposizione di edifici appartenenti sia alla fase etrusca (con edifici pubblici, abitazioni e un vasto quartiere artigianale), sia a quelle successive della civiltà romana e alto medievale (resti della chiesa cattedrale con il suo cimitero). Oggi il parco è gestito dal Parchi archeologici della Maremma, un Istituto autonomo di livello dirigenziale non generale del Ministero della Cultura, creato nel 2024 per dare nuovo impulso ai più importanti siti archeologici del territorio della maremma grossetana. Il direttore del Parco è il dottor Leonardo Bochicchio, oltre al sito di Roselle sono all’interno di questo parco anche il parco di Vetulonia (Castiglione della Pescaia) e di Cosa (Ansedonia). "I tre siti archeologici di Vetulonia, Roselle e Cosa rappresentano i capisaldi di un territorio con una storia millenaria – spiega Bochicchio - che ha visto dapprima il fiorire della raffinata civiltà etrusca poi la progressiva conquista da parte di Roma, fino al vasto spopolamento nel medioevo a causa del flagello della malaria che portò con sé anche l’oblio degli insediamenti antichi". Tornando al parco di Roselle il direttore sottolinea l’unicità del sito. "Accanto al fascino delle rovine etrusche, romane e medievali, messe in luce da decenni di scavi archeologici, all’interno di parco archeologico di Roselle – prosegue - i visitatori possono inoltre immergersi in un di altissimo valore paesaggistico, straordinariamente preservato". L’Università di Siena è impegnata in una pubblicazione scientifica dedicata a Roselle e intanto Bochicchio crede che nuove indagini archeologiche potrebbero far emergere tesori ancora nascosti. "Ci sono ampi settori della città ancora da indagare – spiega – come ad esempio la rete viaria e altri luoghi. Nuove campagne di scavo potrebbero riportare alla luce ritrovamenti straordinari". Visitare Roselle significa fare un tuffo nel passato, camminare tra le pietre che hanno visto secoli di storia e lasciarsi affascinare dalle tracce di civiltà che ancora parlano di un passato di grandezza.
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