NICOLA CIUFFOLETTI
Cronaca

Consorzio del Montecucco: "Ora ci sono tutte le condizioni per allargare l’area di produzione"

Basile pronto a nuovi progetti. "Vorremmo coinvolgere Castel del Piano, Seggiano, Roccalbegna e Arcidosso"

Basile pronto a nuovi progetti. "Vorremmo coinvolgere Castel del Piano, Seggiano, Roccalbegna e Arcidosso"

Basile pronto a nuovi progetti. "Vorremmo coinvolgere Castel del Piano, Seggiano, Roccalbegna e Arcidosso"

I cambiamenti climatici impongono importanti riflessioni e soprattutto azioni concrete. Si richiede, soprattutto in agricoltura, uno sforzo generale per trovare soluzioni sostenibili e che possano fare in modo che i cambiamenti già in corso non siano più un limite ma un punto da cui partire per sviluppare nuovi progetti. E’ così per il Consorzio del Montecucco che tra i nuovi progetti ha anche quello di puntare all’innalzamento dell’altitudine ammessa per la coltivazione dei vigneti. Per la Doc che si sviluppa tra l’Amiata e la Maremma e che quest’anno festeggia un quarto di secolo di storia, i ragionamenti sono tutti aperti. Il Consorzio ha intrapreso i colloqui con la Regione e l’obiettivo della proposta da condividere è l’estensione della zona di produzione delle uve per il vino Montecucco Doc e Montecucco Sangiovese Docg fino a comprendere l’intera area dei sette comuni di produzione: Cinigiano, Civitella Paganico, Campagnatico, Castel del Piano, Roccalbegna, Arcidosso e Seggiano. Importante per il Consorzio, in questa nuova fase, sarebbe quello di coinvolgere maggiormente i territori compresi nei comuni di Castel del Piano, Seggiano, Roccalbegna e Arcidosso, inizialmente esclusi dal disciplinare, ma ora ritenuti idonei alla coltivazione grazie a una serie di fattori.

"Come Consorzio – ha detto il presidente Giovan Battista Basile – dobbiamo anticipare i rischi e lavorare per evitare la somma di fattori negativi come stagnazione economica, calo dei consumi e nuove restrizioni, includendo le zone montane dei sette comuni della denominazione, oggi escluse dal disciplinare. È una risposta concreta al cambiamento climatico, ma anche un investimento sulla qualità e sui nuovi trend di consumo: altitudini maggiori, ventilazione e suoli vulcanici offrono oggi condizioni ideali per produrre uve eccellenti e soprattutto vini più freschi e una gradazione alcolica non eccessiva. Vogliamo valorizzare i vini di montagna, sempre più al centro dell’attenzione dei mercati e della comunicazione".

Questa Doc grossetana vanta un tasso del 90% di produzione biocertificata (è del novembre 2024 la nascita del Distretto biologico del Montecucco) e adesso si prepara a un periodo che potrebbe essere di interessanti novità.

Nicola Ciuffoletti