
L’assistenza infermieristica è un diritto a carico dell’Asl (Foto archivio)
Grosseto, 16 settembre 2025 – “Sono fortemente amareggiata”. Parto dalla conclusione della chiacchierata con la madre dell’alunna di seconda elementare che ieri mattina, primo giorno di scuola, non ha trovato nella sua classe l’assistente sanitario che avrebbe dovuto esserci. “Mia figlia ha una disabilità molto grave - racconta mentre si trova nello stesso istituto scolastico della figlia – ha una lesione spinale che parte dalla zona cervicale, quindi è completamente immobile su una carrozzina. Ma apprende e comunque ha diritto a frequentare la scuola come tutti i bambini”. Possiamo darle torto?
Mentre ripercorre la vicenda di sua figlia che non è iniziata ieri, ma ha già molti mesi alle spalle di battaglie alle spalle. Battaglie che hanno avuto come teatro anche il tribunale di Grosseto. “Eh sì - prosegue la madre della bambina che frequenta la seconda elementare di una scuola sull’Amiata – già dallo scorso anno abbiamo dovuto lottare per far sì che avesse il supporto infermieristico in classe, mia figlia soffre anche di insufficienza respiratoria e necessità di assistenza che ovviamente un qualsasi insegnante non può dare. Per questo il giudice de Tribunale di Grosseto, a maggio scorso, ha disposto che questa assistenza ci deve essere”.
Una disposizione che è basata anche sul Protocollo assistenziale che l’ospedale pediatrico Bambin Gesù ha preparato proprio per la bambina. “Sinceramente oggi (ieri 15 settembre, ndr) speravo che tutto fosse stato organizzato - aggiunge la madre - di non dover tornare ad affrontare ancora richieste su richieste per ottenere che mia figlia possa frequentare la scuola, ambienti diversi dalla sua casa. Per questo quando, appena arrivata, mi hanno comunicato che l’assistenza infermieristica non era stata predisposta, dopo aver superato un momento di disperazione, ho deciso che non avrei riportato a casa mia figlia. Non era giusto. Ha diritto a stare a scuola”.
Ma, ovviamente, non si è sentita di lasciarla lì da sola. Non sarebbe stato possibile. “Anche volendo, no - aggiunge - mi è stato chiesto di andare incontro alla scuola. Ma io non sto chiedendo niente di più che un diritto che ha mia figlia. Ho cercato di capire perché non era stato predisposta l’assistenza”. Ha dovuto fare più di una telefonata per arrivare a capire che, come spesso accade, ci sarebbe stato un difetto di comunicazione tra la parte sanitaria, il Coordinamento dei servizi infermieristici e la dirigenza colastica. Una mancanza di richiesta del servizio aggiuntivo che avrebbe dovuto essere predisposto.
“Vede - conclude la madre - ormai sono talmente sfiduciata che ho avuto la sensazione che fosse un rimpallo di responsabilità. Ora sono tutti informati e mi è stato assicurato che domani (oggi, ndr) il servizio di assistenza sarà predisposto. Sono sinceramente un po’ sfiduciata, e mi chiedo anche perché tutte le volte devo combattere per far si che mia figlia abbia ciò che le spetta”. Non abbiamo risposte, possiamo solo augurarci che oggi questa sua sfiducia non diventi realtà.
Cristina Rufini