L'Angelus del Papa di oggi: "Chi fa la guerra dimentica l'umanità"

Il conflitto in Ucraina: le parole del Pontefice in una domenica di dolore per le notizie che arrivano dall'est Europa

Roma, 27 febbraio 2022 - L'Angelus del Papa di oggi ha vari riferimenti, tra cui quello alla guerra. Papa Francesco si è affacciato come di consueto per il messaggio domenicale dalla finestra che si affaccia su piazza San Pietro.

Speciale Forum del Mediterraneo

"In questi giorni - dice il Papa - Siamo stati sconvolti dalla guerra. Più volte abbiamo pregato perché non venisse imboccata questa strada. Rinnovo a tutti l'invito a fare del due marzo, mercoledì delle Ceneri, una giornata di preghiera per l'Ucraina, per stare vicini a quel popolo e implorare a Dio la fine della guerra. Chi fa la guerra dimentica l'umanità, non guarda alla vita concreta delle persone. Si affida alla logica diabolica e perversa delle armi, la più lontana dalla volontà di Dio". Parole che il Papa avrebbe dovuto pronunciare a Firenze, in piazza Santa Croce. Ma il problema al ginocchio che lo affligge ha portato il suo staff medico a consigliargli di rimanere a Roma. 

Leggi anche: Dialogo, ascolto, fratellanza. I valori da non smarrire - Mediterraneo, il mare dell'integrazione - Il sindaco di Pozzallo: "Per noi accoglienza è cultura" - Firenze e l'Isolotto, la "Città giardino" di La Pira - La Pira, dal Nuovo Pignone al Vietnam al fianco della povera gente

Il Pontefice non ha comunque fatto riferimento alla sua indisposizione. Riferendosi alla guerra ha detto che la gente comune "è la vera vittima - dice il Papa - Penso alle mamme in fuga con i loro bambini. Sono fratelli e sorelle per i quali è urgente aprire corridoi umanitari. Con il cuore straziato per l'Ucraina, non voglio dimenticare le altre guerre del mondo. Dio sta con gli operatori di pace, non con chi usa la violenza. Chi ama la pace ripudia la guerra, come dice la Costituzione italiana". 

Il Papa poi ha parlato delle sacre scritture. "Gesù ci invita a riflettere sul nostro sguardo e sul nostro parlare - dice il Papa -. Il rischio che corriamo, dice il signore, è concentrarci a guardare la pagliuzza negli occhi del fratello senza accorgersi della trave del nostro occhio. In altre parole essere attenti ai difetti degli altri trascurando i nostri. Troviamo sempre motivi per colpevolizzare gli altri e assolvere noi stessi. Spesso ci lamentiamo di cosa non va nel mondo senza metterci in discussione". 

"Gesù - prosegue il Pontefice - ci invita a guardare dentro di noi per riconoscere le nostre miserie. Se non siamo capaci di vedere i nostri difetti ingigantiremo quelli altrui. Se riconosciamo le nostre miserie si apre per noi la porta della Misericordia. Il segreto è guardare gli altri come li guarda Dio. Egli non vede in noi sbagli irrimediabili ma figli che sbagliano". 

Ma Gesù "invita a riflettere anche sul nostro parlare. Da come uno parla ti accorgi subito di cosa hai nel cuore. A volte però usiamo le nostre parole in modo superficiale ma hanno un peso, ci permettono di esprimere sentimenti. Con la lingua possiamo anche però alimentare pregiudizi, alzare barriere e distruggere. Il pettegolezzo ferisce e la calunnia può essere più tagliente di un coltello. Specialmente nel mondo digitale le parole corrono veloci ma veicolano rabbia e aggressività e propagano spesso idee distorte".