ALESSANDRO ANTICO
Cronaca

Soldi e clima: stesso volto, crisi diverse

Due settimane al mare comportano costi che sono sempre più difficili da ammortizzare e sopportare. Poi c’è la crisi climatica che troppe persone continuano a sentire purtroppo come un problema lontano

Bagnanti a Marina di Pisa (foto di Enrico Mattia Del Punta)

Bagnanti a Marina di Pisa (foto di Enrico Mattia Del Punta)

Firenze, 1 giugno 2025 – Ormai scriviamo sempre le stesse cose, ammettiamolo. E il fatto davvero triste è che ogni anno continuiamo a riempire il cahier de doleance di nuovi paragrafi degli stessi due capitoli, vale a dire la crisi economica e la crisi climatica. Che poi adesso finiscono inevitabilmente per concatenarsi l’una all’altra, e del resto non potrebbe essere altrimenti. Da un lato ci sono le famiglie che devono stringere sempre di più la cinghia perché le spese bruciano ben più del solleone di mezzogiorno senza creme di protezione: due settimane al mare per quattro persone comportano costi che sono sempre più difficili da ammortizzare e sopportare, diciamocelo. Il cane poi si morde la coda, perché dall’altra parte del vortice degli schiaffi finiscono gli stessi operatori turistici e balneari (altre famiglie dunque), a loro volta gravati da spese sempre più rilevanti e da ricavi sempre più ridotti. A meno che non si giochi “a nero“, ma a questo non vogliamo manco pensarci.

Poi c’è la crisi climatica, che troppe persone senza lungimiranza continuano a sentire purtroppo come un problema lontano, non abbastanza coinvolgente. Come dire «Tanto quando la Terra esploderà noi non ci saremo più». Che errore madornale! Il fenomeno dell’erosione che divora metri e metri di costa toscana ogni anno non è nato ora, né tantomeno si ferma. Si insegue la speranza, miope, di ripascimenti che durano il tempo di una burrasca, mentre il problema sta a monte perché si è già costruito troppo, mangiando e facendo sprofondare il terreno sotto i piedi. E il surriscaldamento del pianeta dove lo mettiamo? Non dovrebbe essere un mero argomento di conversazione sotto l’ombrellone. Riguardo al caldo eccessivo abbiamo grandi responsabilità noi umani, spettatori del nostro suicidio assistito mentre i ghiacciai si sciolgono e gli habitat delle specie animali e vegetali si sconvolgono. Previsioni non siamo in grado di farne. L’assaggio di questi giorni sembra incoraggiante in quanto a presenze: speriamo non sia un fuoco, pardon, un sole, di paglia.