Firenze, 16 giugno 2025 - È successo tutto all’alba, quando Firenze ha ancora il volto silenzioso e leggermente impolverato della notte. Questa mattina, poco dopo le sette, sono iniziate le operazioni per smontare la gru alta sessanta metri che da diciannove anni si stagliava tra gli Uffizi e piazza della Signoria.
Al sorgere del sole, i primi bracci metallici hanno cominciato a muoversi lentamente, in un silenzio quasi irreale, mentre la città ancora dormiva. È stato un momento intenso, simbolico, che molti residenti aspettavano da anni. “Era come avere un peso fisso sugli occhi. Ogni volta che alzavi lo sguardo vedevi lei, la Giraffa, come l’avevamo soprannominata.

Ora ci sembra di respirare meglio”, racconta Fiorenzo Smalzi, titolare dell’omonimo caffè. Il cantiere, partito all'alba, ha visto all’opera un colosso semovente da duecento tonnellate, arrivato per smontare pezzo dopo pezzo la gru che dal 2006 era il simbolo di un’attesa senza fine. I lavori ai “Grandi Uffizi”, per cui era stata installata, non sono ancora conclusi, ma il segnale è forte: qualcosa si muove.
La rimozione definitiva è attesa entro il 21 giugno, quando, sopra la Loggia dei Lanzi, ci sarà una cerimonia simbolica alla presenza del ministro della Cultura Alessandro Giuli. Per ora, però, Firenze guarda quei bracci che scendono con gli occhi lucidi. “Non ci crede più nessuno, sai? A un certo punto avevamo smesso anche di protestare. Ma oggi è un giorno felice”, dice Marta, residente di via dei Neri. “Lo ricordo come fosse ieri, il giorno in cui la montarono. Mi affacciai alla finestra e non vidi più il cielo. E da allora è stato così, un cantiere immobile, un gigante grigio in mezzo alla storia.” “È stato un gesto d’amore per Firenze. Non ne potevamo più”, conferma Roberta Pieraccioni, anima del comitato di via dei Neri, che anni fa portò la questione anche in Parlamento. “A febbraio del 2019 andai a intervistare uno a uno i residenti. Tutti dicevano la stessa cosa: non se ne può più. Finalmente qualcuno ci ha ascoltato”.
In tanti si affacciano ai balconi, osservano le operazioni, scattano foto, fanno video. Non c’è clamore, ma c’è commozione. “Ci stanno restituendo il nostro skyline, capisci? Era nascosto, come se avessimo perso un pezzo di città”, dice un’anziana signora seduta a un tavolino di un bar, che vorrebbe restare a guardare fino all’ultimo bullone che se ne va. Per molti è un nuovo inizio. “Abbiamo sopportato anni quella gru. Ora ci meritiamo di vivere la bellezza”, sussurra qualcuno. L'enorme giraffa non è ancora del tutto andata, ma già se ne avverte l’assenza. Come quando si leva un ostacolo e ci si accorge solo allora di quanto fosse diventato parte della vita quotidiana. Firenze, stavolta, guarda in alto e sorride.