“Firenze odiata dagli studenti americani? No, per loro è un amore che dura nel tempo”

Caterina Paolucci, direttrice della Madison University di Firenze, controbatte così alla giovane giornalista americana di 23 anni Stacia Datskovska che, profondamente delusa dal soggiorno fiorentino, ne ha scritto al suo ritorno sul magazine americano Insider

Stacia Datskovska

Stacia Datskovska

Firenze, 16 marzo 2023 - "I nostri studenti sono innamorati di Firenze, qualcuno torna anche dopo il soggiorno studio a trovarci nonostante la distanza. Tanti ci chiedono di poter partecipare attivamente alle attività di volontariato della città". Caterina Paolucci, direttrice della Madison University di Firenze, controbatte così alla giovane giornalista americana di 23 anni Stacia Datskovska che, profondamente delusa dal soggiorno fiorentino, ne ha scritto al suo ritorno sul magazine americano Insider, seguito soltanto su Facebook da oltre 9 milioni di persone. Il racconto della studentessa è diventato virale sui social a seguito della risposta su Twitter di Amanda Knox: Studiare all’estero è fantastico”.

Una replica quella di Amanda, detenuta per quasi quattro anni a Perugia per l'omicidio di Meredith Kercher prima di tornare libera e quindi venire definitivamente assolta, che suona decisamente ironica considerando appunto il lungo periodo dietro le sbarre e che ha sollevato un polverone sui social. “Non puoi avere scritto parole simili”, l’accusa di un utente. Molti hanno ricordato il caso Kercher: “Parole che faranno ridere gente da poco, ma pensate se la famiglia di Meredith le leggesse. Terribile”. Ad altri, poi, scappa una risata: “Il tweet più divertente di sempre“.

Se per la direttrice Paolucci "non si può generalizzare esperienze personali", il capogruppo di Fratelli d'Italia in Palazzo Vecchio Alessandro Draghi ironizza: "Mi dispiace Stacia che non ti sia trovata bene a Firenze, che non ti sia piaciuto fare jogging lungo l'arno, visitare le gallerie d'arte e fare spesa nei nostri mercati storici in centro, cosa che voi negli Usa non avete più. Mi dispiace se qualcuno ti ha deriso sull'autobus e che ti sia mancata l'interazione con i tuoi compagni di semestre; ma una cosa te la chiedo: non mi denigrare Firenze perchè non ha gli stripshow di Amsterdam e le notti piccole per sbronzi di Ibiza. Ogni anno arrivano migliaia di americani e di studenti stranieri; non è pensabile che si trovino tutti bene. Nemmeno io sono stato benissimo a New York, dove ho molti parenti, però me ne sono fatto una ragione. Invito Stacia al calcio storico il prossimo giugno, lì sicuramente l'interazione umana e le tradizioni non mancano mai".

Il racconto della giovane studentessa di 23 anni

Tutto è cominciato con lo sfogo di Datskovska apparso sulla rivista americana il 9 marzo: la 23enne ha raccontato di aver passato sei mesi di studio a Firenze in autunno rimpiangendo ogni giorno la sua New York. La studentessa, come scrive, ha scelto il capoluogo toscano aspettandosi “cene con i coinquilini, storie estive con uomini che mi chiamano “bella”, il gelato che mi cola sulle dita a causa dell’afa estiva, e vini abbinati a belle conversazioni e ottimi prosciutti”. E invece è rimasta delusa “dalla casa in centro sovraffollata, dalle coinquiline che passavano molte sere a festeggiare anziché studiare e dal comportamento dei fiorentini che la guardavano con diffidenza e con una certa ostilità”. Datskovska quindi si è ritrovata incastrata nel dilemma: “Non riuscivo a decidere chi mi piacesse di meno, i miei compagni di corso americani o i fiorentini”. Come forma di protesta, a un certo punto del suo soggiorno, ha deciso di attirare volontariamente il disprezzo di chi le stava attorno iniziando a indossare solo capi sportivi americani come Nike Air Max 97 e felpe grandi con cappuccio, “tutte cose che nessun italiano ha mai visto”. "Le persone del posto - scrive - che mi vedevano passeggiare mi guardavano e alzavano gli occhi al cielo". Atteggiamenti che le hanno fatto scaturire una domanda: “Perché i fiorentini, nonostante i 5mila studenti americani in città, sono ancora arrabbiati per il modo in cui ci comportiamo e disgustati da come ci vestiamo?”. La 23enne, più volte, sottolinea di essersi immaginata felice in Italia e di aver avuto grandi aspettative ma di essersi dovuta ricredere: “Quando il mio semestre è finito, ho cominciato a disprezzare il panorama, odiavo le persone e non vedevo l’ora di tornare a casa nel mio campus di New York“. Il racconto però si conclude con un invito a non abbandonare il sogno italiano: “Tutto quello che ho detto non deve farvi mettere da parte l’idea di venire a Firenze" .

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