GIULIO ARONICA
Cultura e spettacoli

Murate Art District, sentimento e poesia della natura nell'arte di Simoncini e Tangi

Si intitola "Dissolvenze. Corrispondere al tempo" il percorso espositivo curato da Valentina Gensini e Fondazione Cassa di Risparmio che indaga i confini labili tra essere umano e paesaggio naturale attraverso le installazioni immersive e site-specific di Daniela Simoncini e Pasquale Tangi

Dissolvenze. Corrispondere al tempo

Dissolvenze. Corrispondere al tempo

Firenze, 14 maggio 2025 - Osservante e osservato. Avvolto da odori, suoni, riflessi e fasci di luce. L'uomo immaginato da Daniela Simoncini e Pasquale Tangi è parte del paesaggio, immerso in una narrazione ambientale che attraversa la materia e i segni del tempo impressi su di essa. E' il movimento impercettibile delle trasformazioni invisibili, del respiro delle piante, del fluire continuo dell'acqua tra le pietre: là, fra i confini porosi di natura e umano, l'arte si insinua, unendo i regni viventi attraverso il sentimento poetico ed evocativo della sua eternità. 

La mostra "Dissolvenze. Corrispondere al tempo", curata da Valentina Gensini con il contributo della Fondazione Cassa Risparmio nell'ambito del progetto RIVA, è un viaggio che parte da lontano, dai numerosi workshop e incontri tenuti dai due artisti con tre diversi gruppi di giovani del territorio: il risultato, visitabile fino al 2 agosto negli spazi delle celle, della Sala Anna Banti e della Galleria al primo piano di MAD - Murate Art District, è una riflessione poetica sull'acqua come principio vitale e forma del divenire, elemento generatore e memoria storica della città. 

Il visitatore viene subito accolto in uno spazio capovolto, immersivo e sensoriale, un giardino che si dispiega come una volta sotto le arcate evocando le continue metamorfosi del Terzo Giardino, realizzato lungo l'Arno per il progetto RIVA e momentaneamente stravolto dai lavori di manutenzione sulle rive del fiume per la gestione del dissesto idrogeologico: un disegno vegetale in cui le piante tracciano i propri profili attraverso la luce, imprimendoli sulla carta da lucido.

Nelle opere successive, dislocate nelle celle, ecco tre nuove installazioni dove la natura, archivio liquido di Firenze, conserva attraverso filtri fotografici le immagini sospese di semi, foglie e frammenti raccolti lungo le rive dell'Arno, mentre le lastre di ottone, ferro e acciaio, esposte alla luce e alla pioggia sotto alcune piante di Villa Bardini, il Giardino dei Semplici dell'Orto Botanico e gli argini dell'Arno, portano con sé le loro impronte come reliquie organiche: perché ogni elemento si genera in relazione all'altro, e la trasformazione è l'unica forma stabile del vivente.