GIULIO ARONICA
Cultura e spettacoli

Festa di Sant'Anna, a Palazzo Vecchio riapre la storica sala del Mezzanino

In occasione delle tradizionali celebrazioni per la Santa protettrice della città, torna visitabile dal pubblico una parte solitamente inaccessibile di Palazzo Vecchio, contenente opere importanti come l'affresco dell'Orcagna con la cacciata del Duca d'Atene, da cui discende la ricorrenza di domani

L'affresco dell'Orcagna con la cacciata del Duca di Atene

L'affresco dell'Orcagna con la cacciata del Duca di Atene

Firenze, 25 luglio 2025 - Da scoprire e da vivere. E' un percorso inedito, solitamente inaccessibile, l'itinerario che i Musei Civici riaprono alla visione del pubblico in occasione delle tradizionali celebrazioni di Sant'Anna, la Santa protettrice della città: siamo a Palazzo Vecchio, nella sala del Mezzanino, che custodisce un affresco staccato di straordinaria importanza - attribuito all'Orcagna - risalente tra il 1343 e il 1349 e proveniente dall'antico carcere delle Stinche: non un periodo qualunque, perché proprio allora il tirannico signore angioino Gualtieri di Brienne, duca d'Atene, venne costretto a lasciare Firenze da una sollevazione popolare iniziata - e forse propiziata? - nel giorno del calendario liturgico dedicato alla Madre della Vergine. 

Da quel momento, nel corso della ricorrenza il popolo offriva ceri e denaro nella Chiesa di San Michele in Orto davanti alla sua immagine, decorata con le bandiere delle Arti: domani, accanto al corteo storico che farà tappa in Piazza della Signoria e sul sagrato del Duomo prima di raggiungere Orsanmichele, Fondazione MUS.E organizza visite speciali guidate su prenotazione obbligatoria - ore 10,30; 12; 15; 16,30 - offrendo la possibilità di percorrere la scala segreta voluta da Gualtieri di Brienne, attraversare gli spazi del Mezzanino che oggi ospitano la donazione Loeser, ed ammirare l'affresco dell'Orcagna. 

Nella stessa sala, le immagini della Santa si confrontano a specchio con quelle di un altro dei principali protettori della città, scolpite da autore ignoto in rilievo marmoreo raffigurante San Zanobi e il Palazzo della Signoria: i frammenti ricomposti, databili tra 1415 e 1420 ma recuperati nel corso della Seconda Guerra Mondiale, provengono dalla muratura esterna della casa-torre in via Por Santa Maria di proprietà della famiglia fiorentina dei Girolami, che vantava una presunta discendenza con il Santo, celebrato in quanto vescovo di Firenze tra il IV e V secolo durante le invasioni gotiche e autore - in vita e post-mortem - di svariati miracoli, come il germoglio di un albero secco a seguito del passaggio delle sue spoglie in Piazza San Giovanni, dove sarebbe stata eretta una colonna in suo nome. 

San Zanobi figura in primo piano nella parte superiore del rilievo invocando la protezione di Dio sulla città, rappresentata dall'immagine di Palazzo Vecchio come si presentava nel XV secolo: la tribuna dove la Signoria si mostrava al popolo - demolita nel 1812 - sormontata dalla versione trecentesca del Leone Marzocco. E se negli angoli inferiori sono presenti due accenni alla cinta muraria merlata di Firenze, nella parte inferiore un'iscrizione ricorda la destinazione delle rendite della torre dei Girolami alla Compagnia di San Zanobi e alla cappella della vicina chiesa di Santo Stefano a Ponte, di cui la famiglia aveva il patronato. Da una porta della cerchia muraria due-trecentesca proviene infine l'ultima opera presente in sala: un rilievo in pietra con residui di policromia in stile bizantino, risalente al XIII secolo e raffigurante San Giorgio che abbatte il drago