
Il Museo Galileo
Firenze, 2 maggio 20245 - Chi era la donna che diede i natali a Leonardo da Vinci? Quale legame inatteso unisce la sua vicenda personale al Museo Galileo? A queste e altre domande prova a rispondere lo spettacolo teatrale "Caterina, la madre di Leonardo" a cura della Compagnia Oltre, che sarà presentato in anteprima nazionale mercoledì 7 maggio alle 21, negli spazi del Museo Galileo, in un’apertura serale straordinaria (dalle 18 alle 23, ingresso ridotto 8 euro, ticket in biglietteria). Accesso gratuito allo spettacolo per i possessori del biglietto del Museo Galileo del 7 maggio, su prenotazione: [email protected]. L’evento infatti si inserisce nelle celebrazioni del Centenario dell’Istituto di Storia delle Scienze (fondato il 7 maggio 1925), oggi Museo Galileo, le cui mura – il Palazzo Castellani – custodiscono la storia delle origini di Leonardo da Vinci, stando al romanzo e ai ritrovamenti storici de Il sorriso di Caterina di Carlo Vecce (Giunti, 2023), che ha ispirato lo spettacolo. In scena troviamo Donato, mercante fiorentino realmente esistito, voce narrante e personaggio chiave per capire la storia di Caterina. È infatti lui che accoglie nella sua bottega di battiloro, a Venezia, la giovane schiava, straordinariamente abile e fantasiosa nel disegno, una delle tante che – rapite nel Caucaso e condotte alla Tana, l’ultimo avamposto della civiltà europea e dell’impero economico veneziano al limite nordorientale del Mar Nero – rendevano possibile il fiorire dell’industria auro-serica col loro lavoro servile. Sempre lui l’accompagnerà da Venezia a Firenze, nel suo viaggio verso la libertà, attraverso pericoli e fughe rocambolesche. A Firenze, Caterina diverrà la balia della famiglia Castellani e conoscerà il notaio Piero da Vinci. In scena accanto a Donato c’è l’Autore, in dialogo col suo personaggio per ricordare a lui e al pubblico che Caterina è realmente esistita e che la sua è una storia ancora attuale: quella di una donna senza voce né diritti, lontana dalla sua terra natia. Il libro di Carlo Vecce – filologo, storico e studioso di Leonardo da Vinci – illumina una storia antica di sorprendente attualità: nel corso delle sue ricerche il professore si è imbattuto in un inedito documento notarile nel quale è registrata la liberazione della balia della famiglia Castellani, una giovane schiava di nome Caterina, il 2 novembre 1452. Il documento è rogato dal notaio Piero da Vinci, padre del bambino che Caterina aveva messo al mondo sei mesi prima, battezzato con il nome di Leonardo. Attorno a questo prezioso ritrovamento, intrecciando una rigorosa ricerca d’archivio con l’immaginazione – radicata su ipotesi fondate storicamente – Vecce ricostruisce il drammatico viaggio di Caterina, una giovane circassa nata libera sugli altopiani del Caucaso, rapita e condotta come schiava fino all’Italia, svelando un’esistenza a lungo rimasta nell’ombra. La storia ritorna così a casa: il Castello d’Altafronte, oggi noto come Palazzo Castellani e sede del Museo Galileo, è il luogo dove Caterina, secondo la ricostruzione del Prof. Vecce, prestò servizio come balia. Perché raccontare Caterina oggi? “Ci siamo imbattuti nel bel libro di Carlo Vecce e abbiamo sentito l’urgenza di portare sulla scena una storia tanto forte. – si legge in una dichiarazione della Compagnia – Caterina è una schiava, una donna invisibile, che ha fatto nascere un genio e ha lasciato un segno profondo nella nostra storia. La sua è una storia del passato che parla fortemente al presente. Parla di identità, di confini, di accoglienza e rifiuto, di lotta per la libertà. Caterina, da ‘straniera’, è diventata madre di uno dei simboli del genio senza confini. In un tempo in cui si discute tanto di migrazioni e diritti, la sua vicenda è uno specchio potente di ciò che viviamo oggi. Il tono dello spettacolo è leggero, ironico, accessibile, benché saldamente documentato. In un dialogo vivo, mai didascalico, i personaggi si confrontano, ci fanno riflettere, sorridere, commuovere. E soprattutto ci raccontano una storia vera, basata su documenti storici, che emoziona perché riconosciamo in Caterina qualcosa di noi, delle nostre madri, dei nostri viaggi, delle nostre radici.” La Compagnia Oltre è nata nel 2024 proprio intorno a questo progetto, riunendo due attori, una drammaturga-regista e un musicista. La drammaturgia e la regia dello spettacolo sono a cura di Patrizia Pasqui, mentre in scena ci sarà Mario Spallino, affiancato dallo stesso Carlo Vecce. I costumi sono a cura di Fondazione Cerratelli, mentre le musiche originali sono state composte da Guido Tongiorgi. L’organizzazione e la produzione sono curate da Francesco Grossi per la Compagnia Oltre, con il sostegno di Cellini Art Fund . Il progetto gode inoltre del patrocinio del Teatro Verdi di Pisa.