Elena Marmugi
Cronaca

Tiziano Ferro canta l’amore per i 40mila dello stadio Franchi. “Sei anni di attesa: Firenze quanto mi sei mancata”

Una grande festa per l’attesissimo ritorno del cantautore. Momenti di commozione e gratitudine. Le dediche alla famiglia, a Francesco Nuti e Raffaella Carrà

Tiziano Ferro canta l’amore per i 40mila dello stadio Franchi. “Sei anni di attesa: Firenze quanto mi sei mancata”

Firenze, 22 giugno 2023 – Sembra che l’energia di 40mila persone sopita per sei anni sia esplosa tutta insieme in una sola sera. E’ la notte di Tiziano Ferro al Franchi che ha innescato questa magia. Una notte viva, emozionante, di grande passione e musica. Successi di una vita sul palco di uno stadio strapieno che non perde neanche una parola, neanche una nota. L’affetto per il cantautore di Latina è totale. E sicuramente ricambiato con la stessa potenza. “Non si può stare sei anni lontani sa Firenze, non è possibile, è illegale. Quanto mi siete mancati, quanto mi è mancato il vostro affetto”, applausi. Forti, carichi: anni di attesa, una pandemia che ha lacerato speranze, soprattutto quelle del mondo dello spettacolo, ma che non ha fermato l’amore per la musica nella “Buona (cattiva) sorte”. Sono tutti qui per ripartire insieme al loro idolo che scherza col pubblico e lo coinvolge anche in momenti di delicatezza e famigliari. “La prima festa del papà”, con le foto dei figli di Tiziano Ferro che scorrono sul grande schermo, ne è l’esempio lampante. Un momento di grande emozione segnato da una lacrima sul volto del mattatore che se la concede senza vergogna, con grande spontaneità. “E ringrazio sempre chi sa piangere di notte alla mia età” sembra rispondere il pubblico in totale empatia.

Il ritmo grande protagonista, momenti di commozione si alternano con quelli più scatenati. I grandi successi in apertura: La differenza tra me e te, Sere nere, Ti scatterò una foto e Xdono. Non si ferma mai Tiziano, sparisce un istante, nuovo abito e riparte. E i fan con lui. Un attimo di apprensione, c’è chi cede al caldo. Il concerto si ferma, Ferro vuole sincerarsi che tutto vada bene. Così è, quindi via: saluta, sorride, corre, salta, legge i messaggi scritti sui cartelloni: “Destinazione mare? No, altare” ma sbaglio o è una proposta di matrimonio? Beh, se avete già la data allora non volete ripensarci… Sicuri? – scherza col pubblico – Non mi resta che dedicarvi questa” e parte Destinazione mare. Il Franchi salta poi si commuove di nuovo con L’amore è una cosa semplice

(Foto Tania Bucci / New Press Photo)

Migliaia di telefonini fissi su di lui che non smette di ringraziare Firenze: “Chi c’era nel 2002 al Tenax per la prima volta? – chiede dal palco – Beh, se c’eravate grazie. Sennò ragazzi grazie lo stesso perché essere qui oggi è un onore. Crescere, riempire i palazzetti e continuare a crescere, per chi fa il mio mestiere vuol dire tutto. Il mio grazie è per chi c’era fin dall’inizio e per chi è arrivato dopo perché è giusto prendersi il proprio tempo. E grazie a chi ha conservato per anni questo biglietto, perché avere la vostra fiducia è impagabile. Ogni singolo granello di polvere che è caduto su quel biglietto ha conservato la speranza di ritrovarci. Grazie davvero”. 

Un lungo respiro: “A Firenze sono molto grato, ho mosso qui i miei primi passi. La musica sì, ma anche il cinema toscano mi ha segnato. Voglio ringraziare Francesco Nuti – un instante impercettibile di silenzio precede l’applauso più fragoroso dell’intera serata – io so tutti i suoi film a memoria. Trovo davvero ingiusto che ancora in Tv non abbiano trasmesso una maratona per rivederli tutti. Non canto le sue canzoni, ma gli dedico questa, chissà se ti piacerà Francesco. Grazie”, parte “Ed ero contentissimo”.

Sul grande schermo il caschetto biondo di Raffaella Carrà squarcia il buio. “Hai creduto in me da subito con infinite parole d’amore e sostegno. Mi hai riempito di complimenti e un giorno mi dicesti che con me ti sentivi tranquilla. Il più grande dei privilegi è di avermi scelto come amico. Quando te ne sei andata sono stato una settimana in ginocchio. Ma ora basta malinconia perché io so che tu avresti voluto che ti ricordassi così: su le mani Firenze”, e parte una scatenatissima “Raffaella canta a casa mia”. Lui in completo di paillettes, l’intero Franchi che balla.

Tutti in piedi: Stop! Dimentica, E Fuori È Buio, Potremmo Ritornare (il pensiero vola alla chiusura del concerto del 2017 proprio con questa canzone che suona come una profezia). E poi l’abbraccio dello stadio che è un Incanto. Una serata di poesia e grinta, di affetto sincero per 40mila persone tutte insieme. Uno spettacolo che ha dell’incredibile volgendo la mente ad appena due anni fa. Ma che invece ha convinto tutto Lo stadio con una magia che non te la so spiegare, ma che ha dato grande conforto e che per una sera ha illuminato Firenze come un Sole che esiste per tutti.